venerdì 25 novembre 2016

Prévost, Manon Lescaut

Prévost       Manon Lescaut ( 1731 )        Paris, Flammarion, 1995



Nella prefazione l'autore afferma che l'opera ha un chiaro intento moralistico e si prefigge di insegnare la virtù mediante la narrazione delle avventure d'un uomo dotato di ogni virtù, ma propenso al disordine e al vizio.
P. 51-65, prèmiere partie. Incontro con la donna fatale in catene e il suo amante che la segue dovunque nonostante la presenza delle guardie che la sorvegliano.
La donna è bellissima anche se malvestita ed è dotata di un fascino straordinario, nonostante il contegno umile.
La storia dell'amore del cavaliere Des Grieux per Manon viene narrata in un secondo incontro anni dopo. L'amore fulmineo dei due, la loro fuga da Amiens dove la ragazza era destinata al convento e la loro vita insieme a Parigi tradiscono la vera natura di Manon che si rivela a poco a poco inquietante. A Parigi Des Grieux viene prelevato dal fratello maggiore e da uno stuolo di servi.
P. 73. Il padre cerca di convincerlo della doppiezza di Manon che lo ha tradito e denunciato a un suo amante il quale a sua volta ha riferito tutto a lui stesso, ma il ragazzo non può rassegnarsi. “ Ma la sua immagine, i tratti graziosi che io portavo in fondo al cuore, vi rimanevano sempre. Lo sentivo bene. Posso morire, mi dicevo; anzi dovrei, dopo tanta onta e tanto dolore; ma soffrirei mille morti senza poter dimenticare l'ingrata Manon. “ ( “ Mais son image, ses traits charmants que je portais au fond du cœur, y subsistaient toujours. Je le sentais bien. Je puis mourir, disais-je; je le devrais même, après tant de honte et de douleur; mais je souffrirais mille morts sans pouvoir oublier l'ingrate Manon. “ )
In seguito il giovane cavaliere decide di proseguire i suoi studi in seminario e di attendere alla carriera ecclesiastica, ma un bel giorno, durante un saggio dei suoi progressi in teologia tenuto dinanzi al pubblico, viene avvicinato da Manon che lo distoglie dai suoi propositi e lo induce a vivere di nuovo con lei. I due si ritirano a Chaillot, contando sulla rendita di Manon, che ha accumulato una certa fortuna prostituendosi a un ricco signore. Ma un incendio della casa, mentre la coppia è a Parigi, getta nello sconforto il protagonista, che ha perso tutto il denaro durante lo scompiglio dell'incidente. E la soluzione, suggerita proprio dal fratello di Manon, è ancora quella di ricorrere alla prostituzione.
Ma i rovesci della fortuna non danno tregua. Des Grieux viene iniziato all'arte di barare al gioco ed accumula una discreta fortuna. Ma i due servi della coppia giocano a loro volta un brutto tiro ai due amanti. In loro assenza rubano ogni cosa e fuggono via dall'appartamento. Manon come rimedio decide di ricorrere ancora una volta alla prostituzione. Così, dopo aver tentato di ingannare un ricco e vecchio libertino, il protagonista finisce al riformatorio di Saint Lazare e Manon in un carcere femminile.
A Saint Lazare il suo rango e il comportamento esemplare gli procurano le simpatie del Padre Superiore che gli permette di incontrare gente di fuori. Dapprima Des Grieux incontra Tiberge ( l'amico del cuore ) che dopo una predica è alquanto sconcertato dal suo discorso in difesa dell'amore e del piacere secondo il punto di vista libertino. In seguito ottiene la visita del fratello di Manon e con lui medita la fuga. Si fa consegnare una pistola. Riesce ad evadere così dal riformatorio, ma durante l'azione è costretto a sparare a un inserviente, uccidendolo. La sua situazione ora è nettamente peggiorata, ma sembra non avvedersene, tutto preso dal desiderio di liberare Manon. Infatti viene a conoscenza del figlio di un amministratore del carcere femminile in cui si trova Manon. Riesce a fare amicizia con questo giovane gentiluomo propenso alle avventure e insieme a costui progetta la liberazione della giovane donna. Ella infatti viene facilmente liberata e i due si rifugiano a Chaillot dove vivono di espedienti. In questo periodo s'innamora di Manon un vecchio e brutto principe italiano che, dopo essere stato illuso, viene messo praticamente alla porta da Manon con un insolente stratagemma, non senza però avere gettato nuovamente in Des Grieux il seme torturante della gelosia ( p. 150 ).
P. 152-161. Non è finita. Fa la conoscenza di Manon il figlio del ricco libertino che aveva rinchiuso i due amanti in prigione, e si rivela subito un buon amico, soprattutto di Manon. Costui viene presentato dal figlio dell'amministratore del carcere, il giovane M. de T. già amico dei due, e dopo poco comincia a fare la corte a Manon. Des Grieux se ne accorge e prega Manon di allontanarlo, ma Manon, lusingata dalle sue offerte di denaro e di beni di lusso, escogita uno stratagemma per spillargli dei soldi. Tuttavia il progetto, che comporta la visita di lei al palazzo del giovane gentiluomo, il quale lo ha compreso tra i doni offerti alla donna, si tramuta in un vero e proprio tradimento nei confronti di Des Grieux, che viene lasciato ad attendere invano il suo ritorno in una via di Parigi. Qui viene raggiunto da una giovane e bella donna, inviata da Manon, per recapitargli una lettera di spiegazione. La rabbia, il dolore, la disperazione ne sono l'ovvia conseguenza.
Si reca allora da M. de T. per trovare una soluzione. I due decidono di allontanare temporaneamente il nuovo amante di Manon con un sotterfugio e Des Grieux può penetrare segretamente ( o quasi ) nel palazzo della sua ex maîtresse . La incontra e la trova sorpresa; dopo una scenata però è di nuovo succube di lei e ascolta ormai rapito la sua lunga, contorta e ipocrita giustificazione, degna di un personaggio di Machiavelli.
P. 170. Il comportamento di Manon in seguito alla richiesta di fuggire con lui da parte di Des Grieux è quello di una puttana, ella non vuole andarsene senza un po' di bottino. I due concertano di spassarsela a spese del giovane G. M. ma la cosa s'imbroglia e vengono così sorpresi insieme a letto dal vecchio G. M. venuto in soccorso del figlio, momentaneamente rapito per ordine di Des Grieux. Il vecchio G. M. li manda ambedue in prigione, al Châtelet. Qui Des Grieux corrompe il portinaio e fa assegnare a sé e alla sua bella due celle ben arredate.
P. 182. In prigione Des Grieux riceve la visita di suo padre, che, nonostante tutto, riesce ancora a commuovere e disporre in suo favore.
Il padre ottiene la sua liberazione, pregando di ciò il vecchio G. M. ma per Manon si dispone la partenza coatta per le Americhe. Allora Des Grieux si reca prima da Tiberge a chiedere una somma di denaro che ottiene subito ( tanto è buono l'amico ) e poi da M. de T. che, oltre a dargli altro denaro, gli consiglia di persuadere suo padre a intercedere in favore di Manon per impedirne la partenza di lì a due giorni.
P. 190-192. Des Grieux cerca di convincere suo padre a intercedere in favore di Manon presso il vecchio G. M., ma egli rifiuta. Al giovane non resta altro che tentare di liberare l'amata con un colpo di mano.
P. 196-198. Raduna una squadra di quattro soldati, ma il tentativo fallisce per la fuga di tre di loro. Rassegnatosi, Des Grieux decide di accompagnarsi alle guardie che scortano Manon ed altre prigioniere per l'imbarco verso l'America, dietro ovviamente il versamento d'una ingente somma di denaro. Corrotti i militi, può avvicinarsi a Manon e constatare le tristi condizioni nelle quali è stata ridotta, incatenata al carro.
P. 199. Immaginando la vita in America Des Grieux abbellisce i propri pensieri grazie al mito del buon selvaggio.
P. 203-204. I due giungono in America dopo l'imbarco e il viaggio sotto la protezione del capitano che li ha presi in simpatia. Il governatore di Nouvel Orléans li accoglie con benevolenza e favore, grazie alle raccomandazioni del capitano; i due amanti ricevono un alloggio ( misera capanna tra altre capanne ! ).
P. 208-210. In America sembra che la vita sorrida ai due amanti, ben voluti dal governatore e dai coloni. Ma a Des Grieux viene in mente purtroppo di regolarizzare con le nozze la loro unione e a questo punto le cose precipitano. Infatti erano stati ricevuti e creduti come marito e moglie e perciò la loro unione non era stata turbata, ma adesso tutto cambia e il nipote del governatore, innamorato di Manon da quando l'ha vista la prima volta, ardisce chiedere allo zio, che ha potere di vita e morte su tutti i membri della colonia, la mano di Manon. Il governatore, dal momento che Des Grieux e Manon sono solo amanti, acconsente al desiderio del nipote, e qui incominciano o meglio continuano i soliti guai. Des Grieux, mentre sta tornando alla capanna, incontra il nipote del governatore che lo sfida a duello e, apparentemente, ha la peggio e muore. I due amanti sono costretti alla fuga.
Durante la fuga nella solitudine d'una pianura selvaggia Manon soccombe alla fatica e muore dopo aver espresso per l'ultima volta il suo amore a Des Grieux. Il giovane disperato è costretto a procedere alla sua sepoltura per salvarla dall'oltraggio delle fiere e si determina a lasciarsi morire presso di lei. Viene ritrovato tuttavia dai coloni francesi messisi alle sue calcagna in seguito al duello, che, contrariamente a quanto pensava, non aveva condotto a morte il nipote del governatore. Quest'ultimo, con un atto di generosità, ne ottiene la grazia e, dopo lunga malattia, Des Grieux può continuare la sua vita nella colonia, anche se ossessionato per sempre dal ricordo di Manon. In seguito sbarca a Nuova Orléans l'amico Tiberge in cerca del giovane e i due si incontrano rinnovando la loro antica amicizia. Quindi Des Grieux decide di tornare con l'amico in Francia dove apprende con dolore la morte del padre. A Calais, a qualche lega dalla città si incontrerà con il fratello. Qui finisce il romanzo.

martedì 1 novembre 2016

Fuoco







E sorse Aurora dalle dita di rosa, diffuse il candido velo, e venne quale sposa dell'Oriente, come la regina dell'Austro curiosa di mirare l'inaudita sapienza di Salomone.
E fremettero i pini carichi di fronde al fresco effluvio d'aromi, quale un'ampolla preziosa che sparga alchimiche essenze. Candida e fresca come fonte cristallina, l'aria del mattino rise fra i rami degli ulivi argentei, tralucendo.
Gli alati stormirono nell'azzurro, e un lontano rumoreggiare, misto al tocco di campane, avvertì del risveglio del villaggio.
E i dardi del sole riscaldarono la terra, e i prati esalarono i vapori della rugiada, e le farfalle e le api si librarono a volo nel profumo dei fiori.
Il saggio, destatosi, mirò il disco del sole, rosso di sangue puro, e disse : “ Non esiste altra realtà. “
Ma il principe si allontanò dai fidati compagni e si incamminò verso oriente, fuggendo il tempo e le ombre.
Mentre saliva il sentiero della montagna, e il suo cuore si ostinava a salire, vide levarsi del vapore misto a brandelli di arso fogliame. Non comprendeva donde provenisse quel monito.
Quando giunse alla meta cui il suo cuore anelava e fu nella radura radiosa presso l'ombra degli alti pini, dove stridivano le cicale nell'ora sacra al grande dio Pan, allora s'accorse che il sentiero appena percorso era minacciato da voraci lembi di fuoco crepitanti, e crescevano e colmavano il cielo in un ampio boato.
Tentò quindi di scendere per il declivio e di tornare, ma le fiamme, ormai molto elevate, stavano già divorando gli alberi sulla via e i cespi di ginestra selvatica.
Il vento rinforzava, empiendo le lingue vermiglie, vaste vele correnti sovra la selva arida. L'incendio saliva velocissimo, un'ondata rombante, inondando il versante del monte in forma d'un braciere inesausto.
Si vide perduto, e si precipitò in corsa, ansimando, in preda al panico. Ma poi scorse una via di scampo, che conduceva ad un altro pendio della montagna.
Non cessò di correre, poi che le fiamme incalzavano. E tuttavia gli parve essere pervaso anch'egli da quelle fiamme cui sfuggiva in un balzo d'agile animale, e che quelle fiamme così alte e terrificanti e onnipotenti gli trasmettessero la propria forza e la vigoria della divinità.
E quando fu in salvo, giù per un altro sentiero, dopo una corsa ansiosa, e si volse a contemplare le torri di fumo denso e rossastro che empivano il cielo quasi estese nubi di tempesta, capì che per lui erano sorte e da quelle era stato purificato, ostia risparmiata dal sacrificio, e un dio gli aveva offerto quella gioia, serbata ai pochi, di sentirsi così vicino alla morte.
Vide levarsi dalla montagna l'assalto del dio vittorioso sul destriero splendido di crini accesi, asceso dalla terra alle folgori della tempesta, e il suo volto si perdeva nelle altezze.