venerdì 6 gennaio 2017

L'incontro






La foresta si risvegliava. Una vibrazione si trasmetteva nel sottobosco e tra le foglie sui rami. Forse i sogni del passato tornavano, spiriti non placati nel sonno della morte, e s'aggiravano tra gli alberi e lo chiamavano. E lo assalì il rimpianto e tutta la catena dei ricordi. La vita sua gli scorreva innanzi, un'onda impetuosa, una sinfonia che comprendeva armonie di sentimenti contrastanti e sovente malinconici. Una sensazione acuta di soggiogante e inesprimibile potenza lo afferrò. Una consapevolezza greve e amara del proprio io, della sua grandezza e nello stesso tempo della sua miseria, trafisse il cuore, annebbiò la mente di lui. Egli si dissolse in quella sinfonia, si smarrì in quei sogni, vibrò nelle fibre del corpo del tremito del bosco, divenne il gemito delle foglie, l'agile timidezza degli scoiattoli, il cinguettìo degli alati.
Chi era dunque se non ogni essere intorno a lui, se non quella luce stessa che gli scaldava il volto ?
Respirò profondamente. Sentì nelle vene il calore del sangue. Esso fluiva in lui, non diversamente dai fiumi fragorosi negli alvei tra le rocce.
Poco distante era un laghetto, creato dai ghiacci liquefatti, che ritraeva gli alti abeti intorno, ovale quale speculo argenteo.
Vide riflessa la propria immagine e rimase a considerare quel volto giovane, a lui estraneo, come non l'avesse mai conosciuto. E immaginò fra il verde delle piante semprevirenti figure e forme di donne appena velate, che si avvicinavano. Una di esse col viso traslucido sfiorò, oltrepassò le gote di lui. Il fantasma luminoso si confuse nell'ombre fruscianti, dietro il chiaroscuro del fogliame turbato dalla brezza.
Una voce lo suase, una melodia calma ed insieme appassionata, che a poco a poco lo imprigionò nelle sue volute.
S'inoltrava, si profondava sempre più nel mistero della foresta. Essa pareva fremere, agitarsi allo spiro musicale, vivere della vita d'un essere animato. La luce, intensificandosi, la percorreva, scontrandosi in nodi, in gorghi accecanti.
La via, ora uno scuro meandro, ora un labirinto sassoso e assolato, pareva senza meta.



mercoledì 4 gennaio 2017

Leone Tolstoj, Anna Karenina

Leone Tolstoj       Anna Karenina ( 1877 )      Milano, Sonzogno, 1926


P. 427-29, con la conversione al perdono di Alessio Alexandrovic ( marito di Anna Karenina ) il racconto prende un'altra piega. Fin qui sembra un romanzo d'amore tradizionale, il solito tradimento, le solite avventure collaterali, la vita del vero protagonista del romanzo cioè Levine ecc., ma adesso è tutta un'altra cosa e il nuovo atteggiamento del freddo ( e ormai non più freddo ) Alessio Alexandrovic ha del sorprendente e direi geniale. Anna rischia di morire di parto in seguito al rapporto adulterino con il conte Vronski e il marito Alessio, che è in procinto di chiedere il divorzio, improvvisamente commosso dalle sue sofferenze perdona lei e il suo amante.
P. 505 e segg. : la morte di Nicola, fratello di Costantino Levine ( che è il vero protagonista del romanzo, come ho già detto ) è narrata con fine psicologia. Nell'analisi psicologica dei caratteri Tolstoj è indubbiamente un maestro. Egli ci pone innanzi al mistero della morte con i nostri stessi interrogativi.
Con la stessa toccante efficacia anche Italo Svevo, degno discepolo di Tolstoj, analizza la psiche umana di fronte alla morte. L'episodio della fine di Amalia in Senilità ( 1898 ) è di una profondità, d'una veridicità assolutamente unica. Siamo al cospetto di grandi creatori.
P. 536-38 : molto ben riuscita è la rappresentazione della psicologia del figlio di Anna, Sergio, detto Sergino, data l'età. Tolstoj dimostra una raffinata conoscenza del comportamento infantile in questa ricerca irreprimibile della madre assente, nel rifiuto dell'esistenza della morte, nell'antipatia verso un'educazione rigida e contraria alla natura umana.
P. 600, Tolstoj è talmente abile come psicologo che ci fornisce pure la psicologia del cane. La cagna Laska durante la caccia ai beccaccini formula mentalmente tutta una serie di profondi pensieri sul comportamento degli uccelli e del suo padrone Levine.
P. 706, nell'analisi del rapporto coniugale tra Anna e Vronski ( poiché i due anche se non sposati convivono ), Tolstoj si mostra psicologo inimitabile, quando individua nell'antagonismo maschio-femmina, uomo-donna, l'origine della tragedia di cui sarà purtroppo protagonista la povera Anna.
A pag. 69 c'è l'episodio dell'operaio rimasto sotto il treno, la morte di Anna viene così annunciata da una sorta di segno premonitore. Si ricordi Le rouge et le noir di Stendhal a proposito dei rossi arredi della chiesa dove si reca nella prima parte del romanzo Julien e che alludono alla sua futura morte sotto la ghigliottina.
La stessa Anna riconosce ( a pag. 70 ) che si tratta di un cattivo presagio.
P. 767. Difatti pochi istanti prima del suicidio Anna si ricorda dell'uomo schiacciato il giorno del suo primo incontro con Vronski e decide che quello sarà anche il suo destino.








domenica 1 gennaio 2017

Eonio d'oro




Come i fiori dell'eonio d'oro
al sole fulgono vibranti d'api,
mitre di sàtrapi,
coronato coro,
mèmori tornano verso il cielo
canti remoti
nati per lo stelo
d'antica gloria cinto,
quando scrissi :
Eonio d'oro, o risplendente fiore,
specchio di sole, gemma dentro l'erba,
sorgi e t'innalzi nel nascente albore,
nell'aria pura che ti abbraccia e serba,
tu dalla terra coronato ardore,
che nel suo gelo le radici serra,
ora ti ergi in tutto lo splendore
come guerriero vinse la sua guerra.
Tu nasci quando il sole si nasconde
nelle onde del mare dell'inverno,
e quando anch'Egli sale dalle sponde
vittorioso sull'ombre dell'inferno,
offri coppe di nettare odoroso
alle api ridente e luminoso. “
Sorgi anche ora
inebriato dalla rosea aurora,
mentre sull'acque eterno
posa il piede il fuoco superno
e ritorna dal canto e dalla danza
delle Muse la soave speranza,
Colei che parve nell'età novella
e che risorge rimpianta e invocata
nel desiderio d'un'età non grata,
fidata e bella
nei sogni dell'estate, fragile astro,
vago tempo fugace,
malinconici giorni nella pace;
rinata giovinezza,
o divina grazia, per la ricchezza
rifulgono i tuoi fiori,
risplendi così intera
nella volta irradiata
della luce, nel sogno
che s'avvera. 



 Foto di Instagram di Maurizio Pallavicini • 1 Gen 2017 alle ore 07:57 UTC