Le ali si librano della notte
delle acque sullo specchio opaco,
e nere come braccia s'aprono
nel buco a tuffarsi dell'abisso,
ove di stelle un vagito vagola.
Si corica la bruma sulle colline
e plumbeo di cielo sul mare,
ma nel piccolo tuo stagno, scisso
dal mondo sinuoso, scivola
il cigno nero, macula di rimorso,
che tra rive divampa oscure
e ogni scintilla brucia.
Così moriva ogni speranza
di ritrovarti, e, alla lucida notte
di occhi spalancati, chiusi
la finestra estinta
della mia casa.
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