Ti ho visto nella cuna del mondo,
idea vittoriosa nella notte,
astro sorgente dai baratri
d'un dolore infinito.
Recavi dagli abissi per me
d'asfodelo un fiore
e mi dicevi allora,
radiosa stella sul mare,
della terra lontana
dove il perdono abbraccia,
come un albero
cresciuto nel cuore,
tutti i viventi.
Come il vento modella le onde
sopra il mare canuto,
così la vita muove le anime
soffiando il loro destino.
Ho incontrato come ombra sulle acque
colei che veglia fra i suoni marini,
musa a echeggianti musiche
mai udite, nel tempo luminoso
quando il vento corre il cuore
delle foreste e il dorso freme della terra.
Di musiche mai udite si respirava il suono
sotto la volta della ramata selva
intessuta di fecondi pensieri.
Mi fermai sulla soglia vicino
al suo tronco. In alto, al cielo salivano
le sue prodigiose braccia.
Ma non potevo cantare
come Israfel,
restai muto
nel sognato silenzio.
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