Ora ti specchi tu nel vago argento
vana effigie che brami la bellezza,
e se una rete d’oro è un portento
per ombre che dispensano ricchezza,
non disperdere ora il tuo colore,
esso è luce che a musiche risuona
e nel petto lo strumento è il cuore,
che nel fiume di luce s’abbandona.
Così concedi donna il dolce amore
quando il giardino è ancora nell’estate,
quando profuma intenso il fresco fiore
nato da rosse immagini chiomate.
Tu non sai, certo l’Amore è ignoto,
com’è riflesso d’un astro remoto.