Dèmone
dall'iride verde, teda
nella
sera dal cocchio d'oro, ghigno
all'idra
senile, fuggi o cigno
fra
faci d'occhi turbinante preda
degl'Iperborei
oltre le terre algenti
follemente
scocca corsiero incentra,
fulmineo
sole di tube possenti,
tu
ad Istakar, ad Istakar entra !
Dardo
della mia chiaroveggenza,
oltre
la porta passa dei dolori,
o
chimera, prezioso opale, essenza
di
torbide luci, cupa d'amori
sotterranei,
vitreo di sultano
labirinto
d'ebano, o sogno vano.
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