Ho per amante una gatta nera
dagli occhi di smeraldo,
agile baiadera
nel suo corpo flessuoso,
lieve e rapida nel suo balzo
e furtiva come un'ombra,
appare e scompare nel folto mormorio
dei cespugli ai venti e fra le erbe,
sotto gli ulivi scuri, nella campagna
abbandonata.
Un'aria sottile naviga intorno al suo corpo
lucido nelle sue movenze brune,
quale l'aria vesperale
è nunzia della notte di giaietto.
In un salto perfetto, e caldo,
quasi un'onda d'agosto
crinita dall'austro,
essa scompare e appare
misteriosamente,
ora con occhi supplici, mendicando
un boccone di grana,
ora voluttuosamente feroce
nella brama di preda.
Che vita selvaggia, aspra e pugnace,
per le notti trascorse all'ultimo sangue
contro i maschi rapaci,
cupidi e grossi,
lei così fine, così leggera,
ma tenace, severa, fino alla morte dura !
Essa per giorni dispare
nel folto nereggiare della macchia,
lei più rapida d'un battito di ciglia
e fra il canneto e tra i fichi d'India
e sotto gli albicocchi essa s'aggira
cauta e silenziosa
come spirito notturno
e veloce segue la traccia,
e nella caccia ardisce più d'un'amazzone,
fosse Pentesilea.
E quando la luna sorge nella notte bruna,
le luci sue dardeggiano
d'una febbre guerriera
e miagolando ruggisce quale una pantera.
Oh fosse umana, dal brunito corpo
ella sarebbe la mia gatta negra,
bella ed ardente com'è terra a Flegra !
Come sale sui muri e vi cammina
elegante quasi una regina,
nobile certo e noncurante
dei rami interposti e delle piante.
Io esco finalmente la sera,
ho per amante una gatta nera.
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