Psiche, ti sei cullata allora
nella luce di un pomeriggio caldo,
tra il lene dondolio dei rami
degli aranci odorosi,
non sentivi ancora
l'incenso, non scorgevi dondolii
di turiboli,
ma ingenua e lieta sognavi
le promesse dei giorni.
E al respiro del mare
tu anche respiravi,
nel moto alterno era
un'onda il diaframma,
il diaframma un'onda,
e tu eri nel tutto
e ogni cosa era in te.
Beata nel grembo del vivente
eri parte del tutto, ma
il tutto era una parte
ed oltre non vedevi.
Da dove vieni dunque ? Chi sei ?
Sei una dea o una mortale ?
Quali ombre di pesci sovra
la posidonia nell'acqua vibrante di luce,
tremola l'incanto di un sogno lontano,
lontano, prima del cosciente risveglio
nel chiarore di un'alba.
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