La divina foresta, spessa e viva,
mormoreggiava di tra i raggi lenta
e d'ogni fronda, d'ogni fiore auliva
dalla cima dorata all'erba spenta,
e il ruscello tortuoso s'insinuava
quale magica serpe fra giunchiglie;
su meandri azzurri e verdi arcava
gotica volta in corolle vermiglie.
Poi correva giù, per le vallate,
e si perdeva fra i massi, rigirava
ancor schiumante in onde intorbidate.
E nella bruma della piana immensa
poi si smarriva fra la messe densa,
e nell'ignota e oscura via entrava.
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