Carl Gustav Jung, Simboli
della trasformazione, Torino, Bollati Boringhieri, 1992
P. 39. Origine divina
degli eroi ( “trovatelli smarriti dai loro veri genitori” ) come
fantasia propria dell'età dell'adolescenza o del mondo primitivo.
P. 44. Sulla figura di
Giuda : “motivo tipico, quello cioè del perfido tradimento nei
riguardi dell'eroe.” ( Sigfrido e Hagen, Balder e Loki ).
P. 48, definizione molto
interessante circa la funzione delle opere teatrali : “Il godimento
procurato da una commedia o da un intreccio drammatico che si risolve
felicemente proviene dall'identificazione dei propri complessi con
l'azione scenica; il godimento della tragedia nasce in virtù del
sentimento raccapricciante e insieme benefico di vedere accadere ad
altri ciò che minaccia noi stessi.”
P. 62, in nota si parla
di combinazioni subliminali e loro importanza per la previsione del
futuro. L'analisi sembra adatta agli antichi oracoli ( cfr. De
divinatione di Cicerone ).
P. 83, l'avversione
cristiana per il mondo costituì una novità che rende sotto certi
aspetti preferibile il paganesimo, tutto volto com'era a scorgere il
divino nel mondo. Vedi il culto di Mithra.
P. 87, importanza del
simbolo e dei suoi contenuti realmente esistenti, anche la psiche
esiste perché esiste l'inconscio.
P. 95-96. “Divenir dio”
evidente nei misteri pagani di Iside e di Mithra, ma anche nel
cristianesimo, cfr. Giovanni, 10, 34 : “Io ho detto : Voi siete
Dei”.
P. 102, analogia tra la
situazione dell'iniziato e la visione poetica di Nietzsche.
P. 110. Mito del fallo.
Il serpente come simbolo femminile della libido. NB : “nella
liturgia mithriaca gli dei-toro” ( simbolo di fecondità ) “sono
chiamati guardiani dell'asse del mondo, ossia quelli che
girano l'asse del cerchio celeste”. Cfr. De Santillana-Von Dechend,
Il mulino di Amleto, Milano, Adelphi, 2007.
P. 105, il dio Atùm di
Eliopoli identificato poi nell'unico dio sole. Cfr. Flavio Giuseppe,
Contro Apione, XXVI, 250 : Osàrsef poi chiamato Mosé,
sacerdote a Eliopoli.
P. 110, si parla di
Mithra-Helios, cfr. Giuliano imperatore, A Helios re, e per
quanto riguarda l'allusione alla costellazione dell'Orsa che muove e
rivolta il cielo o anche alle sette stelle nell'Apocalisse di
Giovanni vedi De Santillana-Von Dechend, Il mulino di Amleto.
P. 115. Sul dio che muore
e risuscita. NB : nota 59, secondo la testimonianza di Girolamo, la
grotta della nascita di Betlemme sarebbe stata in origine un
santuario (spelacum) di Attis-Adone.
P. 128 e sg., importanza
del simbolo fallico ( bacchetta magica fallica, caduceo di Ermete ).
P. 131, figura del nano
cabiro ( Diòniso, Tagete ). Importanza del fallo nel culto di
Diòniso ( Diòniso-Toro ), attributi personificati di Diòniso : il
dio Phales, Priapo.
P. 159. Interessanti
osservazioni sulle due forze psichiche contrastanti, da un lato gli
istinti, dall'altro la volontà retta da immagini numinose. Vedi
Ramacharaka, Raja Yoga, per la concezione dei diversi livelli
della mente o meglio delle diverse menti ( inferiore e superiore e la
mediana, quella dell'intelletto ).
P. 160, “strutture
psichiche universali … cui diedi … il nome di archetipi
dell'inconscio collettivo.” Vedi la teoria della mente
universale di Ramacharaka.
P. 162, interessante
origine del nome “materia” da “mater”, così come la teoria
dell'origine del fuoco (trivellamento) dovuta a una regressione
dell'istinto sessuale e a un'attività quasi onanistica.
P. 170, Jung seguace di
Nietzsche. Ecco Agni-Diòniso-Cristo, simboleggiati tutti dal fuoco e
dal vino o, nel caso di Agni, dall'idromele.
La rotazione o
trivellazione per la produzione del fuoco è ricondotta a un'origine
sessuale, ma per De Santillana- Von Dechend a conoscenze
astronomiche, vedi la differenza delle opinioni ! ( il mulinello
degli dei indiani ).
P. 183, l'enigma della
Sfinge, simbolo della Madre terrificante e quindi dell'incesto, così
intende Jung. Ma Giorgio Colli lo intende come vittoria della
sapienza, p. 51 de La nascita della filosofia, Adelphi.
P. 200, nascita
dell'eroe. Vedi Oannes messo in rapporto con Giovanni Battista ( cfr.
Plutarco, La morte degli oracoli ).
P. 212, interessante
spiegazione del mito del diluvio universale e dell'arca di Noè, che
non sarebbe altro che un simbolo dell'utero materno. Il mito avrebbe
il significato di una nuova creazione, una rinascita dell'umanità.
P. 223. Intimo legame tra
il figlio e la madre. Vedi nota 25 : il Robertson affermava che “un
dio palestinese, che forse aveva nome Joshua, compare nella relazione
alterna di amante e di figlio nei confronti di una mitica Maria”.
P. 230, “vacuità
religiosa dell'idea di un Gesù meramente storico” ( Cristo è un
archetipo, come Krisna, Visnù, ecc. ). Soltanto considerando il
Cristianesimo per il suo insegnamento di virtù morali, lo si può
accettare.
P. 233. Storia del
simbolo dell'albero. La croce di Cristo è a un tempo albero di vita
e legno di morte. Analisi del mito di Iside e Osiride sulla base del
resoconto di Plutarco ( De Iside et Osiride ).
P. 237. Simbolo del cane.
Secondo Creuzer vi è un rapporto con la forma astrale della
cerimonia del cane, cioè l'apparizione della costellazione del cane
(Sirio) all'epoca in cui il sole raggiunge il punto più alto. Cfr.
De Santillana-Von Dechend, Op. cit., p. 333-335, infatti
questi due autori danno importanza alla interpretazione di Creuzer.
P. 245-246, significato
materno del simbolo dell'albero. Significato precristiano del simbolo
della croce, che già a Babilonia era un autentico simbolo
cultuale. Il suo significato è solare e corrisponde a “vita”.
P. 256-257. Sul vischio e
il moto del “puer aeternus” Balder. La figura di Balder è da
collegare ai figli-dei dell'Asia minore, tutti uccisi in giovane età,
Tammuz, Attis, Adone e Cristo. Cfr. Frazer, Il ramo d'oro,
cap. XXXIII, “I giardini di Adone”.
P. 258. Il drago,
immagine negativa della madre. Il motivo dell'albero e del serpente :
il simbolo della madre protetta dalla paura dell'incesto.
P. 261. Informazioni
circa l'albero del sacrificio ( in forma di croce ) presso i Germani,
i Maya, gli Egizi ( Osiride in forma di crocifisso pianto da Iside e
Nefti, le sue sorelle spose ).
P. 262, i Druidi e il
simbolo della croce. P. 263, la croce presso gli Assiri.
P. 264. Il simbolo della
croce nel Timeo di Platone, 36 b-e, presso gli Amerindi, e
nelle mani del dio egizio Atùm.
P. 266, la luna come
luogo di raccolta delle anime, cfr. Bachofen, La dottrina
dell'immortalità della teologia orfica, Milano, BUR, 2003, p. 84
: luna e Psiche. La luna rappresenta la femmina o madre, ma anche
l'anima.
NB, vedi, a proposito
della Madre Terrificante o di Eva primigenia, J. K. Huysmans, A
rebours, cap. V, Salomé ( “la Bestia mostruosa … l'Elena
antica” ).
P. 267, il simbolo del
serpente per il motivo della rinascita.
P. 278, NB : “in
persiano moderno la parola per designare la cassa da morto è cavallo
di legno”. Viene in mente il cavallo di Troia.
P. 290-91, Filottete ed
Eracle. Filottete (vedi nota) è il prototipo del re ferito e
ammalato, motivo che prosegue fin nella leggenda del Graal e nel
simbolismo alchimistico. Vedi p. 241 de Il mulino di Amleto,
cfr. anche Frazer, Op. cit., “olocausti umani e il re
divino”.
P. 298. Vedi nota sul
simbolo della croce. Croce di Eracle. Simone di Cirene portatore
della croce, Cirene allude a Cirene di Libia teatro della leggendaria
fatica di Eracle consistente nel trasporto delle colonne (disposte in
forma di croce).
P. 311, in nota 12 a
proposito dell'anima come soffio di vento ( nel testo è citata la
visione di Zosimo ) si fa riferimento a Porfirio, De antro
nympharum, dove si afferma che “le anime traggono a sé i venti
e possiedono un'essenza analoga, cioè pneumatica”.
P.312. La luna, luogo di
raccolta delle anime. Vedi Bachofen, p. 84 e 147, dove la Vergine
(Maria) è equiparata alla luna, p. 148, dove tutte le divinità
femminili sono figure lunari.
P. 313. “La stella o la
cometa appartengono manifestamente alla scena della nascita ...”
P. 314, riferimento ai
Magi che accorrono dalle quattro parti del mondo alla nascita di
Cristo come i geni dell'ovest, sud, nord, est accorrono alla nascita
del Buddha.
P. 315, il battesimo
nell'acqua rappresenta una seconda nascita che rende perciò
partecipi del divino.
P. 316-317. Spiegazione
psicologica della verginità di Maria : “la madre
corrisponde all'Anima verginale, che non è rivolta verso il
mondo esterno e quindi non è corrotta da questo. Essa è
rivolta verso il sole interno, l'immagine del dio, cioè
l'archetipo della totalità trascendente, il Sé.”
P. 329. Eucarestia presso
gli antichi Messicani. Viene citato Frazer, cap. 46.
P. 331. Lotta con il dio,
citato l'episodio biblico della lotta di Giacobbe con l'angelo.
P. 332 e seg. Il mistico
cibo. Paralleli tra il Cristianesimo, Agni e il soma, Diòniso e il
vino. Digressione su Iacco reincarnazione di Diòniso Zagreo, nel cui
sacrificio sacramentale si mangiava carne cruda. Iacco puer aeternus,
cfr. Novalis, Canti spirituali, II, strofa 2 : “Finalmente
il beato fanciullo – di tutti i cieli scende sulla terra, - e col
suo canto soffia di nuovo – sul mondo un creatore vento di vita, -
per nuove fiamme lucenti in eterno – aduna scintille da tempo
disperse.” ( Milano, Garzanti, 1986, p. 73 ).
P. 334. Discesa
nell'interno della terra. Cfr. Plutarco, De Iside et Osiride,
369 ( eis tòpon anèlion ) a proposito dei sacrifici dei Magi ad
Ahriman.
P. 335. Cita Rohde
(Psyche) : “nelle Arretoforie venivano gettate focacce in
forma di falli e serpenti entro una voragine nei pressi del
Tesmoforio; la cerimonia aveva lo scopo di impetrare abbondanza di
prole e di raccolto.” Vedi Rohde, “Divinità delle caverne”.
P. 337.Interpretazione
mitica del Cristianesimo. Cristo “essere divino”, il Gesù dei
Vangeli è un essere tipicamente eroico, i cui connotati personali
sono molto esili.
P. 342. Interpretazione
in chiave psicologica del Genesi ebraico : il mito del
serpente che s'attorciglia salendo intorno all'albero materno.
L'albero del bene e del male è il simbolo dell'inconscio, e quindi
anche della morte.
P. 349. Interessante
analisi della Valchiria di Wagner. Il musicista-poeta è
considerato fonte del mito come l'Edda o altri poemi. Sigfrido
è l'eroe nato da due fratelli, paragonato all'egizio Hor. Nelle
pagine seguenti Sigfrido è presentato come l'eroe simbolo del Sé,
che vince il drago e si appropria di magici poteri.
P. 359. Simbolo del Sé è
anche Cristo ( Jung cita come significativo a tal proposito il
romanzo di Dmitrij Merezkovskij, Leonardo da Vinci,
riferendosi all'Anticristo ).
P. 361, Ecate e i miti
orfici.
P. 371, l'Uovo del mondo,
il dio che genera se stesso, psicologicamente per Jung si tratta del
fenomeno dell'introversione, giudicato positivamente.
P. 382, Cristo è
considerato una tipica manifestazione del Sé.
P. 390. NB : “esiste un
rapporto evidente tra la leggenda cristiana e quella di Diòniso (
per esempio il miracolo del vino ). Seguono considerazioni sulla
figura dell'asino, che compare nel mito di Diòniso come in quello di
Cristo ( cfr. i Vangeli e Flavio Giuseppe, In difesa degli Ebrei,
2. 4 ).
P.
395, nostalgia di Achille in Hölderlin, Achill.
P.
399, sempre in Hölderlin (Patmos)
: “il poeta inizia il viaggio verso oriente, verso l'alba, verso il
mistero dell'eternità e della rinascita.” Anche la Divina
Commedia
ha inizio con il sorgere del sole.
P.
413. Il simbolo dell'albero nel mito di Attis, Mithra e Diòniso.
Leggenda di Penteo ( suo padre era Echione, la vipera ) eroe con
natura di serpente. Penteo sacrificato, mentre si trova sul pino,
dalla madre.
P.
414. Festa di Attis ( cfr. Frazer, cap. XXXVI ) nel nostro Venerdì
santo e Pasqua. Vedi nota : in Bitinia Attis era chiamato papas. Il
pesce era simbolo sacro di questa religione !
P.
415. Si menziona il persiano Zarathustra e l'annientamento di un
dèmone maligno all'epoca della Resurrezione. Il nome Zarathustra
significherebbe “stella d'oro” e sarebbe identico a Mithra.
NB
: Fisher, Storia
d'Europa,
vol. I, p. 12 ( Roma, Newton-Compton, 1995 ) a proposito dei Cretesi
dice che adoravano una donna, un uomo e un bambino e avevano forse la
croce come simbolo religioso ! Ma la croce era la labrys, la
bipenne ( cfr. E. Cecchi, Et
in Arcadia ego
).
Fisher,
p. 38-39. Considerazioni sul Cristianesimo. Influsso di Filone di
Alessandria, della filosofia di Platone e Aristotele ed inoltre dei
culti misterici e delle idee di purificazione e salvezza tipiche dei
riti misterici greci.
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