venerdì 6 novembre 2020

Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

 




Cesare Pavese, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1950), Torino, Einaudi, 2020




Puro simbolismo sia nel linguaggio figurato che nel verso estremamente musicale e libero nel senso proprio, ossia ritmico secondo l'insegnamento della metrica “barbara” inglese, su una cadenza giambica o anapestica.

Poesia di un'intensità straordinaria, che ricorda Rilke, anche se il modello è chiaramente inglese-americano.

Vi è una consapevolezza raggiunta dell'essenza della vita che è solitudine di fronte alla morte, mentre la vita quotidiana è viltà, è nascondersi :


E allora noi vili

che amavamo la sera

bisbigliante, le case,

i sentieri sul fiume,

non fu più abbandonarsi

al sentiero sul fiume -

non più servi, sapemmo

di essere soli e vivi.

(p. 21)


Ma la vita è appunto ostinata inconsapevolezza, non voler vedere :


ma tu non senti. Vivi

come vive una pietra,

come la terra dura.

E ti vestono sogni

movimenti singulti

che tu ignori. …

(p. 22)


Splendida e pura nelle sue linee è la lirica che dà il titolo alla raccolta, cioè Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Il poeta condivide con la donna amata la consapevolezza del proprio umano destino, ma senza speranza in una vita immortale dell'anima. All'antica speranza si sostituisce la certezza del nulla, la disperata fede nel nulla :


Scenderemo nel gorgo muti.

(p. 29)


E' questa fede nel nulla che trasfigura l'amore e l'amata in puro ricordo, in immagine, nell'evocazione di un sogno ormai lontano. Ma questo sogno, che sta nel cuore assopito e che si è chiuso alla speranza, si fa visione prepotente di vita nella lirica seguente dal titolo inglese, You, wind of March. Il sangue e la luce irrorano nuovamente il corpo e la terra, che si ridesta all'aurora in un brivido di desiderio. Ma la vita non distrae più il poeta dalla sua disperata consapevolezza, e si presenta inevitabilmente bifronte, dal lato della morte :


La speranza si torce,

e ti attende ti chiama.

Sei la vita e la morte.

Il tuo passo è leggero.


L'illusione ritorna in Passerò per Piazza di Spagna col suo corteo di colori, di profumi, di suoni, nella luce di un cielo chiaro. Apparirà la donna stagliata nettamente nello splendore del mattino, sarà ancora una certezza.

Come la luce di lontane albe, ella è ricordata nell'ansia di un cuore che la cerca, nell'attimo perduto per sempre, offerto dal destino. La vita continuerà il suo corso, segnato da una volontà ignota, la natura vivrà nei suoi cicli, il tempo scorrerà nelle stagioni :


I gatti lo sapranno,

viso di primavera;

e la pioggia leggera,

l'alba color giacinto,

che dilaniano il cuore

di chi più non ti spera,

sono il triste sorriso

che sorridi da sola.

(p. 35)


L'ultima poesia in lingua inglese confessa la propria disperazione, il non essere stato conosciuto, aver creduto di amare.

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