E'
da te
concepito
ogni vivente
e
da te nato del sole la luce
vede,
e te contempla
nella
prima gioia.
Rosei
stormi planano sulle acque
come
s'apre l'ombra delle rive alla luce,
come
s'apre il sorriso al brillare degli occhi
di
colui che è nato.
Il
germoglio estende le sue radici
e
beve il succo della vita,
ogni
vivente estende la propria anima
perché
nel fiato si plachi dell'amore.
Cercate
i fonti e le segrete vene
dell'ampia
terra, forse saprete
perché
i monti mirano al cielo,
perché
d'un velo si coprono le valli,
perché
dei boschi all'ombra
l'errante
si riposa,
perché
si posa la luna sulle acque
e
si profonda.
Sul
niveo collo si distese
la
chioma della notte,
al
sorriso che attese
la
sua parola.
Sola,
silente, mi osservava nel respiro sospeso delle selve,
un
canto di cigno si librava sopra l'onda
chiarocupa,
gli occhi neri lucevano nel lago.
Così
parla colei che segue
la
schiera dei viventi
sino
all'orizzonte di costellate notti.
Tu,
semplice vita dell'istante, amato inganno del tempo,
vita
virginea che sbocci in un giglio sulla montagna d'estate,
incanto
dei sospiri che mutuano i sogni,
incanto
di uno sguardo, d'un palpito di ciglia,
figlia
dell'eterna memoria,
ora
il tuo viso traspare,
come
tra le nebulose ansie volano gli alati
verso
lidi remoti, ove risuonano agli uragani
i
canti dei marinai.
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