venerdì 1 maggio 2020

La fille à lèvre d'orange


Diretta alla foresta,
fanciulla appena desta,
muovi il candido piede
che lieve all'erba incede,
e il vento scrolla il bosco
che s'agita più fosco,
per le tue labbra belle
che paiono sorelle
all'ampio arcobaleno
nel cielo ora sereno.
Fanciulla, dolce viso,
bacia il tuo paradiso,
immersa ora nei prati
come nei tempi andati !
Che fa quel fauno azzurro,
quel magico sussurro ?
Ti bacia, abbraccia e canta
t'avvolge quasi pianta
d'edera il tirso avvolge
nell'esaltate bolge,
quando la danza freme,
bolle, borbotta e geme,
quando di noia gronda
la pioggia che ti monda,
la strega si sollazza
con Bacco che gavazza.
Godi, mia garzoncella,
questa è l'età più bella,
il languido tramonto
è là già bello pronto,
lo vedi e non sei cieca,
perciò vai in discoteca.
Tutta agghindata e bella,
ti paragono a stella
che su nell'alto splende
e poi qua giù discende,
s'imbarca alla marina
sull'onda smeraldina.
S'imbarca verso sera
e se ne va in crociera
a coste non mai viste
in cerca di conquiste.
Ma un eco di conchiglia
al sogno ti ripiglia
e ti riporta in pace
la fantasia tenace.
Sui prati e fra i mirtilli
cantano ancora i grilli,
e tu dormi sul prato
al cielo già stellato.

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