Sotto antiche fronde all’aria fresca
marina, giace Tristano.
E i campi
d’oro rimembra e tra i rami il raggio.
Poi che la rosata aurora tenue
al livido flutto sua face porse
e rotando per l’aere smorto i rossi
corsieri scalpitano,
allora
volse egli l’occhio notturno e vide
correre a lui la nera sposa.
“ Dimmi,
la nave con qual vela venne ? Il vento
bianca mi pare che mi novelli.“
“ Su gorgo d’acque fangose e sotto
cinereo cielo nera vela inneggia.”
E dove poserai, dove poserai
delle correnti al canto e degli alati, …
quando a caccia correvi per la bella
Isolda ? Allora correvi audace
e valoroso, e il corno echeggiava
per le valli eterno.
E stanco presso
la preda al blando flauto posavi
e intorno i veloci cani giocavano.
Ma il rosso e furente corsiero sale
dagli abissi del mare ed ansa fero
negli occhi ignei e il crine fulvo scuote.
Scende Isotta la bionda. Giunta
è la nave. Lieve lo spiro gioca
con la sua chioma.
Ah, tutti s’inchinano
dinanzi a lei.
“ Dove
sei Tristano ? ”
Così al soffio salino affidava
la donna nel pianto i sospiri.
Ma muta l’umida sabbia l’orma
dei piedi celava e l’onda assidua.
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Leighton-Tristan_and_Isolde-1902.jpg
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