sabato 14 aprile 2012

Il Rinascimento



Ora in alto orsù le fronti
e inneggiamo al nostro Monti
ed un canto al cielo intoni
salmodiando Berlusconi,
ed applauda con le mani
e coi piedi su Bersani
dell’Empireo ai confini
il magnifico Casini,
ché l’Italia ormai s’inchina
al modello della Cina,
sempre ambito e a tutti caro
come il basto del somaro.
Né la plebe pur si lagna :
“ E’ finita la cuccagna ! “
Si rassegna e vi rimedia,
meglio che morir d’inedia,
e s’affretta a lavorare
per il mutuo da pagare.
E s’illude che i balzelli
sian per tutti, brutti e belli,
e che paghin tali e quali
come gli altri gli statali.
Poveracci ! Ché s’abbassa
giù dal cielo la gran tassa
e fra i fulmini ed i tuoni
atterrisce gli zucconi.
Mentre prospera l’emporio
di padron Montecitorio,
che non lesina le spese
e si beffa del Paese,
del Paese di Cuccagna,
dove mai nessun si lagna.
Né pensioni né lavoro
per sentenza del Tesoro,
perché i conti chi li paga ?
Non vi sia risposta vaga !
Parte il Fisco e dove casca
al meschin vuota la tasca.
E ti premono i figlioli ?
Meglio se li lasci soli,
sono pigri bamboccioni
che si nutron d’illusioni,
e se è figlia in un istante
vada a fare la badante !
Oh che tristi, poverini,
gli immigrati marocchini,
ché da mordere c’è poco
nella pentola sul fuoco.
Ma se vuoi presto arricchire
nei Partiti va a finire
e ti succia o ragioniere
od imboscati il forziere,
la migliore professione
è il politico o il lenone !

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