domenica 29 aprile 2012

Scheda Luigi Capuana e veristi.






Luigi Capuana    Giacinta    ( 1879 )     Milano, Mondadori, 1993


Pag. 71 : Giacinta, tipo della “donna fatale”, fredda, fiera, bella e “sterile” : “ Quel nuovo aspetto sotto cui ella gli si presentava ora la prima volta, quella tristezza profonda così meravigliosamente dissimulata … L’Andrea era soggiogato da quella fierezza di carattere di cui si sapeva incapace. “ Andrea Gerace è come Corrado Silla di Malombra la vittima predestinata della donna vampiro.
Per il suo “idealismo” romantico Giacinta è molto simile a madame Bovary, ma in lei è l’aspirazione a una liberazione dalla schiavitù dei sensi che le si potrebbero riferire, senza allontanarsi troppo dal personaggio, i versi dell’Erodiade di Mallarmé :
“ … J’aime l’horreur d’etre vierge et je veux
Vivre parmi l’effroi que me font mes cheveux
Pour, le soir, retirée en ma couche, reptile
Inviolé sentir en la chair inutile
Le froid scintillement de ta pale clarté
Toi qui te meurs, toi qui brules de chasteté,
Nuit blanche de glaçons et de neige cruelle !

A quest’opera del Capuana si può accostare per l’ambiente siciliano oppresso dai pregiudizi l’opera di Pirandello L’esclusa, il suo primo romanzo ( 1901 ). Anche Marta Ajala pur contesa fra il marito e l’avvocato innamoratosi di lei e vittima dei pregiudizi d’una società ipocrita e fanatica, è comunque incapace di autentica passione, l’unica passione che la domina è il riscatto dell’onore che si traduce in riscatto sociale.


Luigi Capuana    Il marchese di Roccaverdina    ( 1901 )    Milano, Garzanti, 1989


Don Aquilante, avvocato del marchese, è cultore della filosofia occulta di Swedenborg. Il romanzo risente sia delle convinzioni positiviste ( il cavalier Pergola ) sia dell’interesse per lo spiritismo, allora molto in voga. Molto suggestiva la descrizione della pazzia del marchese. Risente probabilmente della lettura dell’Assommoir  ( 1877 ) di Zola, il delirium tremens che colpisce e conduce alla morte il marito di Gervaise alcolizzato. I sintomi sembrano simili, anche se le cause sono diverse, nel caso del marchese si tratta infatti di ossessione, derivata dal rimorso per l’uccisione di Rocco Criscione.



Giovanni Verga      Mastro-don Gesualdo     Milano, Mondadori, 1972 ( I Meridiani )
                                     ( 1889 )

Pag. 426 : vi è un’analogia col Marchese di Roccaverdina, perché Gesualdo marita d’autorità la serva Diodata a un suo operaio, Nanni l’Orbo; la stessa cosa infatti ha concepito il marchese nei confronti della sua amante, che fa sposare a Rocco Criscione, poi da lui stesso ucciso per gelosia.
Stile scorrevole, efficace nei dialoghi, richiede una rapida intuizione delle motivazioni psicologiche dei personaggi, talvolta è nominale, assai suggestivo nei tratti paesaggistici. L’eroe è Gesualdo, uomo eccezionale e vittima della sua stessa invidiabile fortuna.
Sono straordinarie le scene della vita di provincia, ad es. la serata al teatro, gli interni caratteristici ( vedi ad es. il palazzo cadente dei Trao o la casa-magazzino della baronessa Rubiera ). L’efficacia descrittiva di Verga ricorda quella di Stendhal.


Thomas Hardy              Tess dei d’Uberville         Milano, Mondadori, 2000
                                             ( 1891 )


Tess, donna fatale, anche se vittima del destino e della sua stessa bellezza ( pag. 229 ), ecco un’inquadratura del suo viso :
“ … il sole … batteva sul volto abbassato di lei, sulle vene azzurrine della tempia, sul braccio nudo, sul collo, e nelle profondità dei capelli. … ben presto i suoi occhi si alzarono e quelli di Angel si immersero fino in fondo in quelle pupille dal colore continuamente mutevole, con le loro raggianti fibrille azzurre, nere, grigie e viola, mentre Tess lo contemplava come Eva al suo secondo risveglio avrebbe potuto contemplare Adamo.”
Si noti che Tess è stata violentata come Giacinta.



Grazia Deledda             Canne al vento          Milano, Garzanti, 1994
                                           ( 1913 )



La donna fatale del romanzo è donna Noemi, la più giovane delle padrone, che ama segretamente il nipote scapestrato Giacinto :
“ Ella … coi folti capelli neri dorati splendenti intorno al viso pallido come due bande di raso; rispose al saluto con gli occhi anch’essi neri dorati sotto le lunghe ciglia, ma non parlò e non scese. “ ( pag. 22 )

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