Un tale livornese,
che non badava a spese,
sin da un intero mese
aveva un pechinese
che sempre era alle prese
con un gatto siamese,
per questo non intese
i mali del Paese
e grato a lui si rese
con lardo e Sangiovese.
Ma quello non s’accese
di bell’amor cortese
né al carezzar s’arrese
e con l’artiglio lese
il cagnetto cinese,
perché ne aveva apprese
in patria sua le offese.
Né crema o maionese
compirono le attese,
la rabbia allor lo prese
ed il gattaccio stese
con un chiodato arnese,
inviato da un malese
esperto di contese,
quel caro livornese.
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