sabato 28 gennaio 2012

Scheda Baudelaire




Ch. Baudelaire              Poesie e prose                Milano, Mondadori, 1977



Paradisi artificiali – Un mangiatore d’oppio ( riassunto dell’opera di Thomas De Quincey )

Dalle  “ Torture dell’oppio “ ( cap. IV ) :

“ Strane e mostruose architetture si drizzavano nel suo cervello, simili alle mutevoli costruzioni che l’occhio del poeta scorge nelle nuvole colorate dal sole al tramonto. Presto, a quei sogni di terrazze, di torri, di fortificazioni ascendenti verso altezze sconosciute, perdute nelle immense profondità, successero i laghi, le vaste distese d’acqua. … l’Asia stessa, l’Asia antica, solenne, mostruosa, complicata come i suoi templi e le sue religioni; dove tutto, dagli aspetti più ordinari della vita, sino ai classici, ai grandiosi ricordi che comporta, è fatto per confondere e stupire la mente dell’europeo. Non era soltanto la Cina, artificiosa, bizzarra, vecchiotta, prodigiosa come un racconto di fate, che opprimeva il suo cervello. La sua immagine chiamava naturalmente quella vicina dell’India, così misteriosa e inquietante per uno spirito occidentale; poi la Cina e l’India componevano rapidamente con l’Egitto una triade minacciosa, un incubo complesso, dalle svariate angosce. ” … “ Fuggivo la collera di Brahma per tutte le foreste dell’Asia; Visnù mi odiava; Siva mi tendeva un tranello. All’improvviso, piombavo tra Iside e Osiride; avevo fatto qualcosa, udivo dire, commesso un delitto che faceva fremere l’ibis e il coccodrillo. Per migliaia di anni giacevo sepolto nella bara di pietra, con le mummie, le sfingi, nelle strette celle delle piramidi eterne. Mi baciavano i coccodrilli dal bacio canceroso e io rimanevo disteso tra la folla delle cose inesprimibili e vischiose, tra i fanghi e i canneti del Nilo. “
Vedi Th. De Quincey  Confessioni di un oppiomane, Milano, Garzanti, 1987, da “ Suspiria de profundis “, “ La figlia del Libano “ : Emblema della donna fatale, ella è una cortigiana di stupefacente bellezza.

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