Federico De Roberto L’Illusione ( 1891 ) Milano, Mondadori, 1993
Pag. 45 : concezione misogina dell’animo della donna : “ Le fanciulle leggiadre, fossero nate sul trono o nelle capanne, facevano degli uomini quel che volevano; e invano essi tentavano sottrarsi al loro potere. “ La frase giustifica anche pienamente il mito ottocentesco della donna fatale, fredda mangiatrice di uomini.
Pag. 73 : interessante pagina sulle letture di Teresa : Dumas, Sue, Hugo e altri minori. Si noti l’analogia del personaggio con M.me Bovary. Pag. 75 : Balzac e Walter Scott ( come la Bovary ! ).
De Roberto è abile psicologo nel delineare i futili motivi che spingono al matrimonio Teresa : l’amore per il lusso, la bella vita, l’adulazione e l’invidia delle amiche. Ma il marito Duffredi ben presto la disingannerà rivelandole di non amarla e di averla sposata per le instancabili pressioni del nonno di lei. Teresa sotto la spinta dei pregiudizi sociali si adatta alla triste situazione, continuando a sognare l’amore romantico. La situazione sentimentale dei romanzi d’appendice viene rovesciata e messa in caricatura.
Teresa appare come una Justine virtuosa e tormentata dal destino, o una Lucia idealista, ma in realtà è poco convinta dei vantaggi della fedeltà.
Pag. 198 : si rivela pienamente l’animo superficiale di Teresa nel considerare l’adulterio un “ secreto compenso alla monotonia della vita “ e i doveri matrimoniali come legami di facciata “ salvando le apparenze, come aveva letto che facevano nelle grandi famiglie aristocratiche, a Parigi, a Londra. “
Pag. 239 : Teresa rivela la propria natura superficiale e civettuola : “ Io sono una di quelle donne fatali a cui è impossibile resistere ! … “ così esclama dopo aver avuto un incontro segreto con l’amante Arconti, addolorato enormemente per la prossima partenza di lei da Roma in Sicilia, in seguito ad un telegramma che annuncia la grave malattia dello zio del marito.
Pag. 332 : Teresa è ormai in preda a sogni da mitomane, ritiene di essere una donna fatale e di esercitare il suo impero sull’uomo, anche senza amarlo : “ Non amava più quell’uomo; ma voleva una prova dell’impero che aveva esercitato, che doveva ancora esercitare su lui … “
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