L'ora
fuggiasca tradisce l'ultimo addio,
sulla
corrente dorata il volto del tuo tempo
trasale,
a lidi lontani alita al bagliore
dell'ala
l'austro del tuo deserto. Mortale,
dal
lungo sonno svegliati, albeggia l'orizzonte,
bianchi
stormi solcano il cielo tra cupree onde.
Il
sole è caldo, profuma l'aria di mare
e
il giardino esala di fiori antico ricordo,
tu
dove sei ? Tra foglie iridate di raggi
seduto
da un tempo saturnio ora qui sei
tu
solitario respiro nel mare profondo,
solitario
ansito al cielo. Oltremontana
salpa
al radiato sangue la vedova nave
dei
sogni fuggita dai viventi vecchia lacera
desolata
orfana di memorie, si lascia
alle
livide correnti dei flutti cinerea
di
rimpianti un'urna smarrita tra le brame
delle
maree tra il più ostinato respiro
dello
sconfinato flusso. E tu la trascorsa
vita
nel bagliore scorgi nella crespa chioma
spumosa
fuggita via nelle ombre sognate,
amata
giovinezza, desolate speranze.
E
tu dove sei ? Sei forse ora giunto alla meta ?
Sei
forse qui a cogliere infine il frutto maturo
della
tua pianta ? Da molto non piove, la terra
arida
s'apre, ma sui rami cantano ancora
le
alate voci del cielo e i colori degli anni
ritornano
fra le fragili foglie fruscianti.