lunedì 24 febbraio 2020

Intelletto d'amore


Ardere come fiamma
viva, preso nel suo sguardo
come in un braciere,
con le labbra bere
il suo respiro come l'aroma
di tutti i mari su cui veleggia
il sole oriente,
quando il suo viso è nunzio
dell'aurora, echeggia
il palpito di luminose ciglia.

Così toccò con lieve mano
l'argentea Afrodite
il cocchio divino
e mi rapì nel fulgore
verso terre lontane,
oltre le valli risonanti di vento.
Vola il desiderio
sulle ali del tempo
verso il suo sorriso,
come all'amplesso antico
d'una gaia Naiade
nei montani silenzi,
al pallore di mormoranti selve.

Come la grande Natura
ella è ridesta,
gioia degli alati,
dolce radiosa,
l'aria colma della sua luce.
Così conduce il coro
dei viventi colei che è madre
dei più possenti spiriti,
illustre respiro dei boschi,
effluvio dei muscosi antri di Zefiro,
ove nei sogni di rinnovati mondi riposa.
Di sacre nozze chiuse sono le chiavi
entro la savia Persuasione, all'uomo,
agli dei ignoto è l'esito.
Chi sa il futuro ? Nessuno.
E vano è l'uomo che erige torri
verso il cielo.
Anelo soltanto al luminoso viso,
quale riposa il flutto nei tramonti
o respira il mare nell'aurora.

domenica 23 febbraio 2020

Al nulla


Di lei non ho più nulla
se non il ricordo.
Ma il passato spesso è più chiaro
del presente e la memoria
dell'ora che fugge.
Dopo anni si è dissolto il rancore,
il destino compiuto rivelato
nella sua inesorabile legge.

Dovunque tu sia,
ricordati dell'unica verità
racchiusa nel tuo cuore.

Così, tra i cipressi e i candidi
sepolcri, un giorno
ci rivedremo
in un solo raggio di luce.

mercoledì 5 febbraio 2020

Epilogo


L'ampia sala era avvolta nella penombra, nel caldo pomeriggio estivo. E le luci tenui della finestra s'immergevano nell'ombra come fasci di raggi attraverso l'acqua nel fondo di uno stagno. E i fantasmi sorgevano. E la donna sorse e dall'oscurità lo prese per mano e lo condusse per la basilica immensa ove risuonavano i canti delle acque chiaroscurali. Fanciulle suonavano mandore e flauti e il suono fluttuava come un'onda lieve nell'ombra.
Fuori nel sole era tutto un frinire di cicale e un vento caldo lo effondeva sino all'eco del mare. E lui sognava i dolci suoni, le dolci parole, le arcane parole della donna, come morbide note d'arpa, come increspature argentate sull'acqua. E vedeva i suoi capelli fluitanti e i neri occhi lucenti e profondi labirinti.
Io sono l'amore e non c'è niente altro. “ Pensava e la contemplava, l'amata, la creatura.
Presso la riva del mare ella gli appariva nell'onda irradiata, spumosa, nell'aria intorno, nella vegetazione sulle circostanti colline, negli alberi oscillanti che s'ergevano verso di lei come per abbrancarla.
Allora ella si sollevò come un'onda di musica, come una danza, come un ampio velo iridato, come le mille luci delle vetrate d'un duomo. Allora ella lo circondò e poi si pose accanto a lui. E la luce si posò sui giardini e sulle pianure dorate e senza confini e sulle selve ombrose e chiomate come pagode.
E la magia operava, e il mondo si rivelava e l'estasi compenetrava ogni cosa. E le cose si dissolvevano e rinascevano e il miracolo era compiuto.

domenica 2 febbraio 2020

Notte


Come tra monti ed acque
giace la luna,
così si raduna
il sogno che tacque
il segreto, velato
dall'ultimo sguardo.
Passato, estremo sospiro
del suo viso
sulle onde d'argento,
ineffabile
sorriso innanzi a sconfinati spazi
e nubi, montagne e fragorose spume
sovra algide rocce.
Un viso
ancora mortale,
fragile volto della morte
che ancora l'ultimo desiderio spira,
e cinge e seduce
nella brezza ferale
come breve volo di rapace notturno.