Ardere
come fiamma
viva,
preso nel suo sguardo
come
in un braciere,
con
le labbra bere
il
suo respiro come l'aroma
di
tutti i mari su cui veleggia
il
sole oriente,
quando
il suo viso è nunzio
dell'aurora,
echeggia
il
palpito di luminose ciglia.
Così
toccò con lieve mano
l'argentea
Afrodite
il
cocchio divino
e
mi rapì nel fulgore
verso
terre lontane,
oltre
le valli risonanti di vento.
Vola
il desiderio
sulle
ali del tempo
verso
il suo sorriso,
come
all'amplesso antico
d'una
gaia Naiade
nei
montani silenzi,
al
pallore di mormoranti selve.
Come
la grande Natura
ella
è ridesta,
gioia
degli alati,
dolce
radiosa,
l'aria
colma della sua luce.
Così
conduce il coro
dei
viventi colei che è madre
dei
più possenti spiriti,
illustre
respiro dei boschi,
effluvio
dei muscosi antri di Zefiro,
ove
nei sogni di rinnovati mondi riposa.
Di
sacre nozze chiuse sono le chiavi
entro
la savia Persuasione, all'uomo,
agli
dei ignoto è l'esito.
Chi
sa il futuro ? Nessuno.
E
vano è l'uomo che erige torri
verso
il cielo.
Anelo
soltanto al luminoso viso,
quale
riposa il flutto nei tramonti
o
respira il mare nell'aurora.