Charles Dickens, Le
avventure di Oliviero Twist, Firenze, Luigi Battistelli, s. d.
(traduzione di Silvio Spaventa Filippi)
Narrazione
all’insegna dell’ironia. Il povero orfano si trova inserito in
una sorta di lager. Nel cap. IV viene ceduto a un imprenditore di
pompe funebri e passa da un lager a un altro. La condizione tragica
di Oliver è circondata da un repertorio di personaggi grotteschi e
disumani che la fantasia di Dickens rende comici. Nella descrizione
delle prime sofferenze di Oliviero e della sua capacità di reagire
nel dolore di un’esistenza misera e dura si manifesta tutta la
profonda umanità di Dickens e la sua vasta conoscenza della psiche
umana. Nelle tristi condizioni dell’orfano e nella descrizione
dell’entrata in Londra, Dickens si mostra, come Balzac, un attento
descrittore e di conseguenza critico della realtà del suo tempo,
della miserevole condizione del proletariato urbano e della
spietatezza della società capitalistica.
All’inizio
del cap. IX le osservazioni psicologiche sulla capacità evocativa
della mente umana tra il sonno e la veglia rivelano una profonda
conoscenza dell’essere umano.
L’ironia
di Dickens si esercita contro le ingiustizie della società del suo
tempo con la rappresentazione paradossale e grottesca delle sue
vittime, come nella descrizione dei detenuti nella prigione annessa
all’ufficio di polizia, nel cap. XIII.
Le
prime avventure fuori dell’ospizio, il soggiorno presso i ragazzi
delinquenti, capeggiati dal vecchio ebreo Fagin, l’ospitalità
offerta dal buon Brownlow, il rapimento di Oliviero a opera della
giovane Nancy e del perfido Sikes sono narrati con brio umoristico e
grande realismo e si rivelano davvero avvincenti.
Il
cap. XVII inizia con un ritorno all’ospizio dei trovatelli e con il
personaggio di Bumble che insieme alla signora Mann mostra il solito
atteggiamento implacabilmente crudele nei confronti degli orfani e in
specie del povero Dino, ridotto ormai a pelle e ossa, amico di
Oliviero Twist. La spietatezza dei due adulti raggiunge effetti
grotteschi, frutto della caricatura dei loro caratteri e componente
essenziale dell’umorismo dell’autore.
Nel
cap. XXII di nuovo nelle mani dei ladri, Oliviero viene costretto con
minacce a partecipare a una rapina in casa di una nobile anziana. Qui
Dickens rivela la sua abilità di scrittore realista, la conoscenza
profonda delle abitudini e del gergo dei delinquenti del suo tempo e
della loro psicologia. Il furto va in fumo e Oliviero viene ferito.
Intanto
nel cap. XXIII abbiamo l’incontro tra il mazziere Bumble e la
direttrice dell’ospizio signora Corney, una vera commedia che
satireggia la rapace borghesia del tempo, che rivaleggia in cinismo e
avidità con la banda dei ladri se non la supera addirittura. Dickens
si mostra umorista impareggiabile e giudice severo del suo tempo.
Il
cap. XXIV nella scena dell’anziana moribonda rivela una profondità
psicologica e un’efficacia rappresentativa degna di Dostoevskij. La
storia dei miserabili nel romanzo e in questo caso delle due vecchie
e della terza morente che svela qualcosa sull’identità di Oliviero
Twist chiarisce la notizia, riportata da Pietro Citati ne Il male
assoluto, secondo la quale lo scrittore russo sarebbe stato un
grande ammiratore di Dickens. In effetti questo capitolo si affianca
più di altri all’arte del russo, ad esempio agli episodi di
miseria in Delitto e castigo (la morte di Katjerìna Ivànovna,
alla parte quinta, cap. V).
Nel
cap. XXVII la scena della dichiarazione d’amore di Bumble alla
signora Corney è assolutamente spassosa. Dickens ha creato due
figure grottesche che rappresentano a meraviglia l’ipocrisia e
l’avidità.
Nel
cap. XXVIII altra scena umoristica. Vengono rappresentati i famigli
della casa derubata in cerca del ladro. Oliver, ferito, per
disavventura incappa proprio nella porta della dimora meta del furto
e viene ricevuto con terrore dai servi e dalle servette il cui
atteggiamento, intonato a rara sapienza psicologica, viene descritto
in maniera assolutamente esilarante.
Nei
seguenti capitoli assistiamo alla generosa ospitalità offerta dalla
padrona di casa, signora Maylie, e dalla sua protetta Rosa al giovane
Oliviero. Egli viene accolto come un parente stretto, curato, educato
e portato addirittura in villeggiatura. Durante la villeggiatura
accade che Rosa si ammali (e poi guarirà) e subentrano scene un po’
troppo sentimentali ed edulcorate, nello stile del romanzo proprio
dell’età romantica (Dickens in questo assomiglia a Manzoni) che
fanno sorridere per la loro ingenuità. Nel cap. XXXIV appare il
figlio della signora Maylie, Enrico, che, inutile dirlo, è
innamorato di Rosa e, tutto commosso, apprende la sua guarigione.
Ma
verso la fine del capitolo appaiono di nuovo i fantasmi della
persecuzione : due loschi figuri di cui uno viene riconosciuto da
Oliver ed è Fagin, l’ebreo. Gli appaiono come in sogno durante un
dormiveglia e sono degne di nota le osservazioni psicologiche
dell’autore su questo particolare stato dell’essere umano.
Il
cap. XXXV vede la dichiarazione d’amore di Enrico Maylie a Rosa,
fanciulla di nascita illegittima. Stupisce il lettore odierno a tanti
scrupoli e circonlocuzioni e rimorsi presunti di coscienza. Rosa non
accetta di sposare Enrico perché teme di disonorarlo dinanzi
all’alta società di cui egli fa parte. Ma Enrico non cede
definitivamente. Oggi le cose andrebbero ben diversamente e qualsiasi
ragazzotta farebbe a gara per sposare un milionario, magari anche
brutto.
Partito
Enrico per tentare la fortuna nella carriera politica, nel cap.
XXXVII assistiamo a una scena veramente spassosa tra i due sposini
novelli Bumble e la ex vedova signora Corney. I due litigano
aspramente e Bumble, soggiogato dalla prepotenza della moglie, mostra
di essere pienamente un vile.
Nel
cap. XXXVIII entra in scena un certo Monks che incontra Bumble e
concerta un appuntamento con i due coniugi per avere informazioni
sulla morte di una vecchia infermiera. Costei, apparsa in punto di
morte nel cap. XXIV, sarebbe stata l’infermiera alle cui cure prima
di morire venne affidata la giovane madre malata di Oliver Twist.
Essa si era impossessata di un medaglione contenente due ciocche dei
capelli di Oliver neonato e un anello matrimoniale d’oro. Questi
oggetti cadono nelle mani di Monks.
Nel
cap. XXXIX incontriamo di nuovo Sikes, Fagin e i giovani ladri. A
casa di Fagin si presenta un misterioso straniero che chiede di
Oliver. Al colloquio segreto tra Fagin e costui, che si rivela essere
Monks, assiste non veduta la giovane Nancy. Essa si reca di nascosto
alla casa dove è ospite Oliver e riesce a parlare alla gentile Rosa.
Le confida tutto il colloquio cui ha assistito e in particolare una
sconcertante notizia : Monks è il fratello maggiore di Oliver e
vuole la sua morte, acceso da un odio spaventoso. Dopo questa
rivelazione Nancy si sottrae alle proposte di redenzione e di aiuto
di Rosa e torna al suo destino.
Nel
cap. XLI Rosa decide di contattare, dopo essere stata informata della
sua presenza a Londra, il signor Brownlow, il primo benefattore di
Oliviero. L’incontro avviene con grande gioia di tutti. Rosa e il
signor Brownlow, dopo un colloquio, decidono di informare il dottor
Losberne, medico amico e collaboratore, di quanto detto da Nancy.
Nel
cap. XLII incontriamo due personaggi che avevamo visto ancora ragazzi
come oppositori nella casa dell’imprenditore di pompe funebri che
aveva per la prima volta accolto Oliver. Si tratta di due caricature
nello stile di Dickens, sempre attento a sottolineare in chiave
umoristica molti aspetti del reale. Sono Noè Claypole e Carlotta,
ora cresciuti e incattiviti, che diventano complici di Fagin. Noè
Claypole viene inviato sulle tracce di Nancy sospettata di
tradimento. Essa ha un nuovo colloquio con Rosa e un vecchio signore
dove denuncia e rende nota l’identità dei ladri e dell’ebreo.
Nel
cap. XLVII viene denunciata dalla spia Noè a Fagin e a Sikes, che
decidono di punirla.
Infatti
Sikes, tornato a casa, vi trova la donna e, nonostante le sue
implorazioni, senza pietà alcuna la uccide ferocemente colpendola
prima col calcio della pistola e poi finendola a randellate. Si dà
quindi alla fuga, ma nel capitolo seguente è preda del terrore ed
inizia ad errare in posti sconosciuti. In una locanda, dove si
rifocilla, viene notata la macchia di sangue che porta sul cappello.
Egli fugge inorridito e giunto presso una stazione di posta viene a
sapere che l’omicidio è diventato una notizia di cronaca. Fugge
ancora nella notte e comincia ad essere perseguitato dall’immagine
ossessionante della sua vittima.
Lungo
la strada entra in una capanna e da lì scorge un incendio. Preda
d’una folle eccitazione aiuta i contadini a spegnerlo e poi,
risoluto, ritorna a Londra, dove ha intenzione di nascondersi. Tenta
anche di uccidere il cane, che lo accompagna sempre fedele, per
evitare di dare nell’occhio, dato che si è sparsa la voce che
l’assassino ricercato è proprietario d’un cane, ma questo
terrorizzato scappa via. L’episodio è quanto mai suggestivo e reso
con grande conoscenza della psiche umana.
Nel
cap. XLIX troviamo il signor Brownlow, protettore di Oliver, che
riesce a mettere le mani su Monks e lo costringe a sentire la vera
storia della sua famiglia e a confessare i suoi misfatti.
Brownlow
sa già tutto perché lo ha fatto pedinare e spiare da parecchi
giorni. Così conosce anche Fagin ed è in cerca dell’assassino
Sikes. Come poi le sue spie abbiano potuto giungere a conoscenza di
tutti i colloquii e dei piani dei furfanti, questo è una prerogativa
dei romanzi d’appendice.
Nel
cap. L assistiamo alla fine di Sikes che, rifugiatosi in una baracca
dove si trovano altri suoi compagni, viene trovato però dalla folla
inferocita degli inseguitori e dalla polizia e muore in una scena
tragica e nello stesso tempo grottesca insieme al suo cane, che,
povera bestia, Dickens ha voluto far morire sfracellato
(immeritatamente secondo me, anche se non sono animalista), mentre
Sikes finisce strozzato da una corda con la quale aveva cercato di
mettersi in salvo.
Nel
cap. LI si rivela la vera identità di Oliver, di Monks e di Rosa, il
fratellastro e la zia di Oliver, perché Monks è il figlio della
prima e legittima moglie del padre di Oliver e Rosa la sorella minore
di sua madre. La madre di Oliver doveva andare in sposa al padre di
Oliver, se non che costui essendo già sposato l’aveva lasciata con
una scusa ed era morto a Roma. Aveva però lasciato un testamento in
favore di lei e di suo figlio. Lascio i particolari al lettore di
questo romanzo che li troverà tipici dei romanzi dell’epoca e
nondimeno atti a destare l’attenzione e la curiosità.
Segue
alla rivelazione la dichiarazione d’amore di Enrico Maylie a Rosa,
che dopo un vano discutere accetta la sua proposta di matrimonio. Ma
il romanzo non finisce qui.
Il
cap. LII è incentrato sulla condanna all’impiccagione di Fagin. Il
vecchio ebreo attraversa nei suoi pensieri tutti i tortuosi meandri
dell’angoscia e dell’oppressione della paura. Quasi fuori di sé
riceve anche la visita di Oliver e del signor Brownlow, che gli
chiedono dove abbia nascosto i documenti datigli da Monks e che
riguardano Oliver. Fagin pur in preda a una sorta di follia fornisce
le giuste indicazioni, ma cerca di fuggire approfittando della
presenza del ragazzo. Viene però tirato indietro dai carcerieri. La
mattina seguente viene giustiziato. Il capitolo mostra la grande
conoscenza dell’animo umano dell’autore, che analizza tutti i
pensieri e le fantasie del personaggio e riesce a far penetrare la
mente del lettore nella sua psiche.
L’ultimo
capitolo ci mostra la sorte di alcuni personaggi e dei principali
oltre che del protagonista. Inutile dire che i buoni sono premiati
con la felicità sulla terra e i malvagi con la morte e
l’umiliazione. Ma lo scopo dell’arte di Dickens è oltre a quello
di divertire anche quello di educare.