sabato 21 luglio 2018

Giorgio Colli, Apollineo e Dionisiaco


Giorgio Colli, Apollineo e Dionisiaco (1940), Milano, Adelphi, 2012


P. 29, il problema della vita, esistenza del singolo, solo la filosofia greca e l'indiana se ne sono seriamente occupate.
P. 31, ciò che è più intimo e segreto costituisce la più vera realtà.
P. 32, il vero filosofo è il filologo che cerca l'inimitabile individualità nel fenomeno.
P. 35-36, l'amore del filologo, pagina pervasa di sentimento lirico.
P. 48, la strada sbagliata di Hegel e dall'altro lato della scienza moderna.
P. 49, contro Benedetto Croce ( ignora cosa significhi musica ! ).
P. 52, l'arte come vita, la vita come arte, in senso vitalistico appunto, cioè come perfezionamento vitale.
P. 53, scopo del filologo ( che è anche sommo filosofo ) è il regno delle essenze, il noumeno kantiano.
P. 55, Nietzsche vero interprete della grecità.
P. 61, l'impostazione teorica di Nietzsche l'avrebbe dovuto portare a considerare la filosofia greca come massima creazione della grecità e non la tragedia.
P. 62, stato collettivo di ebbrezza, coro dionisiaco. Errata interpretazione di Nietzsche riguardo alla filosofia di Schopenhauer. Infatti per Nietzsche il coro dionisiaco deriva da uno stato collettivo di ebbrezza come suprema riunione di dolore e di gioia, ma “ per Schopenhauer lo stato artistico e quello religioso si raggiungono contemplativamente, come soggetto puro di conoscenza, o comunque sempre all'infuori del mondo come volontà, e quindi senza dolore. “ (p. 63)
P. 64, influsso negativo, per la filosofia di Nietzsche, di Burckhardt e Bachofen ( sostanzialmente positivisti ). Quanto dice Colli si può notare ne Il servizio divino dei Greci, opera del Nietzsche di evidente impostazione positivistica.
P. 66-67, l'errore fondamentale della Nascita della tragedia era quello di avere interpretato l'ebbrezza dionisiaca come collettiva e non invece un'esperienza riservata a pochi, pochissimi creatori.
P. 72-73, Eraclito ed Empedocle, soli esempi vissuti del Dionisiaco nicciano.
P. 75-76, chi ha formulato per primo e in maniera definitiva la contrapposizione Dioniso-Apollo = Noumeno-Fenomeno, ( Volontà-Rappresentazione ), è stato Schopenhauer, il maggior filosofo dopo Kant.
P. 76, interiorità ed espressione, dionisiaco ed apollineo = i due principi di tutte le cose.
P. 81-82, l'anima greca essenzialmente politica, anche gli dei sono concepiti secondo questa concezione come cittadini immortali del mondo.
P. 88, novità, rispetto al mondo omerico apollineo, della lirica greca ( in cui si fa sentire l'elemento dionisiaco ) dove è presente una visione della vita pessimistica, alla Schopenhauer.
P. 91, NB : segno del dionisismo è il carattere simbolico che assume l'interiorità e rigorosamente antifenomenico.
P. 93, Archiloco, definito da Nietzsche il primo dionisiaco.
P. 98, cita Delitto e castigo di Dostoevskij per il personaggio di Marmeladov, a proposito dell'ebbrezza ( alcolica ) e quindi della fuga dal mondo della rappresentazione. Si tratta dunque anche qui di una forma di dionisismo.
P. 102, il movimento religioso greco ( Orfismo e Pitagorismo ), da esso nasce e si sviluppa il culto tragico di Dioniso.
P. 103, il movimento religioso greco anticipa il Cristianesimo ( a cui fornisce sostanzialmente la credenza nell'Aldilà e l'idea di anima ).
P. 108, colui che cerca il dionisiaco ( interiorità ) nella propria anima, che cerca di liberarsi dal mondo fenomenico, l'asceta : Spinoza, Nietzsche.
P. 111, la filosofia eroica, il dionisiaco che si afferma sul mondo della rappresentazione. Ibidem : il dionisiaco individuale è interiorità pura.
P. 119, solo la musica fra le arti esprime il dionisiaco, ma lo esprime la musica dionisiaca propria di pochi musicisti ( della musica dionisiaca parla Nietzsche nella Nascita della tragedia ).
P. 127, la musica non può essere ritenuta dionisiaca, ma apollinea, in quanto espressione. In questo corregge Schopenhauer, che aveva affermato ne Il mondo come volontà e rappresentazione essere la musica immediato riflesso della stessa Volontà. In realtà, come Colli dimostrerà più avanti, la musica dionisiaca si ha quando la sua ispirazione è dionisiaca, cioè sentimento, interiorità e quando la musica sia tale che l'ascoltatore ( anch'egli dionisiaco ! ) sappia e possa risalire al sentimento che l'ha originata.
P. 132, musicisti umani e sovrumani. La musica umana si ha quando la sua ispirazione sia apollinea, cioè basata sull'immaginazione o addirittura sull'azione ( Rossini, Verdi ), la musica sovrumana si ha quando l'ispirazione sia dettata dall'interiorità, dal sentimento, senza alcun ricorso all'immaginazione, né, tantomeno, all'azione scenica ( Bach, Beethoven ).
P. 136, musica e poesia dell'interiorità = dionisiaca.
P. 137, Beethoven, il sommo dionisiaco ( musica pura, non melodramma o dramma musicale ).
P. 145-146, considerazioni sulla sinfonia Eroica e in genere sulla musica di Beethoven. Colli mostra una certa competenza tecnica.
P. 147, il noumeno è la volontà, l'interiorità. Si noti nelle considerazioni di Colli una certa coincidenza con la filosofia platonica e quella della tradizione indiana : “ La cosa in sé è interiorità, sentimento, volontà. … Tipo particolare di trascendenza, che ha una physis fissa e noumenica, volontà, ed un télos fenomenico – contrario alla solita trascendenza, perché vi è xynòn tra i due mondi e si parte dal più alto. Volontà significa tendere a cambiarsi e cambiarsi implica già il fenomeno. Non avrebbe senso che l'essenza fosse una volontà se non potesse esprimersi – ogni volontà lo può per il suo essere volontà. Esprimersi vuol dire cambiare stato, creare se stesso in modo da potersi guardare, quindi non essere più cosa in sé. La natura della cosa in sé è quanto al suo télos sino ab initio di cessare dall'essere tale. Volere è pure desiderare un po' di più di valore – il risultato comunque, connaturato come si è visto con la stessa natura dell'essenza, è una degradazione, come si vede chiaramente dalla relatività di conoscenza e di valore. Nell'individualità perfetta nasce così dall'eternità il fenomeno : essa si scinde in un soggetto e in un oggetto, simili … “
P. 148, il tempo nasce dalla contrapposizione tra soggetto e oggetto, non esiste nella somma individualità essenziale.
Metafisica di Colli : l'individualità suprema ( essenza ) comprende già la scissione ( fenomeno ) che è il suo fine. Il tempo è già nell'essenza ma si rivela nel fenomeno. La creazione è libera e nello stesso tempo necessaria. Non vi è in essa rapporto di causa ed effetto, perciò è libera. E' necessaria perché è già nell'essenza.
P. 153-154, considerazioni interessanti sull'essenza e la manifestazione. Influenza della filosofia indiana ? Sicuramente di quella pitagorico-platonica.
P. 155, il mondo come rappresentazione è necessitato dalla volontà delle essenze, è implicito in esse.
P. 157, l'essenza deve essere individualità, altrimenti non si spiega la diversità dei fenomeni.
P. 160, differenza fondamentale tra Colli e Schopenhauer : per Colli la volontà è individualità, per Schopenhauer è volontà universale e indistinta, che si fa individuo solo nel fenomeno ( principium individuationis ).
P. 158-165, esposizione della filosofia di Colli ( cfr. filosofia indiana ) basata sul nesso intimità-espressione.
P. 165-166, la filologia come arte e filosofia, come scienza delle scienze e come arte dell'espressione.
P. 167, rimprovera a Nietzsche di avere abbandonato Schopenhauer per il positivismo. Ritiene evidentemente che il Nietzsche migliore sia quello della Nascita della tragedia.
P. 168-170, la verità si coglie nell'intuizione artistica, in questo Colli mostra affinità con le concezioni dei Simbolisti ( e della poesia pura di Ungaretti ).
P. 173, Dostoevskij ritenuto “ spirito profondamente affine a Schopenhauer “, coglie il dionisiaco delle piccole individualità. Ibidem : Aristotele è stato sopravvalutato, la sua considerazione del primo periodo della filosofia è alquanto superficiale.
P. 178, il sentimento non è al di fuori della forma del tempo, in questo è d'accordo con la critica di Bergson a Kant. Il sentimento per Colli tiene il posto che l'idea platonica ha per Schopenhauer. Esso è espressione dell'originaria individualità essenziale che “ è all'infuori di qualsiasi rappresentazione e non è nel tempo “.
P. 179, errore di Schopenhauer : la musica non è la manifestazione della Volontà, ma una rappresentazione artistica come un'altra. Seguono considerazioni sulla filologia dionisiaca e sua capacità di cogliere l'interiorità dell'artista.
P. 185, il principium individuationis appartiene alla cosa in sé. Infatti Colli ha postulato una pluralità di essenze.
P. 200, Plotino, ultimo grande rappresentante della filosofia greca e platonica. Slancio eroico, antisistematicità ( soprattutto quest'ultima parola è importante per Colli, vedi La nascita della filosofia, dove s'afferma che la vera grande filosofia è questa appunto : la filosofia asistematica, che procede a sbalzi e dialogando, senza mai porsi come definitiva.
P. 204-210, considerazioni sulla musica romantica, in particolare su Beethoven, considerato musicista dionisiaco e sovrumano, su Wagner, del quale viene sottolineato l'equivoco di fondo, cioè avere associato la musica al dramma e quindi alle immagini estranee all'essenza della musica. Sullo Zarathustra di Nietzsche evidenzia il dionisismo del filosofo, si tratta indubbiamente di una creazione dionisiaca, nata dall'interiorità e destinata all'interiorità, opera quindi essenzialmente poetica.
P. 212, giustamente definisce il Trattato teologico-politico come la filologia di Spinoza. Ibidem : Kant manca di una grande anima per eccesso razionalistico, “ decadenza senile dovuta all'arida metodicità “. Gli rimprovera la mancanza di sentimento, di intuizione dionisiaca.