Henry
James, Le Bostoniane (1886), in I grandi romanzi, Roma,
Newton Compton, 2016
P.
646, il comico della situazione è che queste femministe sfegatate
assistono a New York al Lohengrin di Wagner ! Proprio il
Lohengrin con la sua celebre marcia nuziale !
Il
romanzo è una satira feroce del femminismo, presentato come una
mania, una moda forsennata di zitelle animate da un odio viscerale
per il maschio, e anche, vedi Olive Chancellor, con qualche venatura
di lesbismo.
P.
673, l'affermazione di Basil Ransom non è forse rivelatrice della
verità della natura ?
Cara
signorina Tarrant, la cosa più piacevole per le donne è di rendersi
piacevoli agli uomini ! E' una verità antica quanto la razza
umana, e non lasciatevi convincere da Olive Chancellor che lei e la
signora Farrinder n'hanno inventata alcun'altra capace di prenderne
il posto, o più profonda, più durevole, di questa.
E
così la trama del romanzo conduce inevitabilmente al trionfo della
natura e all'unione tra i due giovani Basil Ransom e Verena Tarrant,
all'insegna del matrimonio tradizionale con la tradizionale
soggezione della moglie al marito.
Il
pregio del romanzo consiste, oltre che nelle mirabili descrizioni
d'ambiente, nella assoluta maestria d'analisi psicologica che
avvicina senza dubbio James a Flaubert e a Zola, ponendolo per
profondità di pensiero e di concezione artistica sopra Paul Bourget.
La
tematica “di genere” è quanto mai attuale e conduce direttamente
a due considerazioni : o quanto vuole farci capire James è sbagliato
ed è il frutto di un pensiero conservatore e reazionario, o si
presenta come la naturale conseguenza degli istinti e dell'essere
umano. Se approviamo la prima, il romanzo è decisamente da
considerarsi superato, se la seconda, dovremo dire che James ha
perfettamente indovinato, ed è questa che i lettori saranno
piacevolmente portati ad accogliere.