venerdì 13 ottobre 2023

Jean-Jacques Rousseau, Le confessioni


 

Jean-Jacques Rousseau, Le confessioni, Milano, Garzanti, 1994


P. 17, rivela nell'adolescenza un temperamento piuttosto lascivo, gli piaceva essere sculacciato dalle donne !

P. 37, carattere emotivo di Rousseau, focoso e timido.

P. 70, episodio di pedofilia ecclesiastica. Dunque essa è sempre stata presente nella Chiesa cattolica ! Si notino i particolari, descritti in tutta la loro turpe evidenza.

P. 86, il realismo di Rousseau non ci risparmia nulla, neppure i particolari più crudi della morte della signora di Vercelli.

P. 112, si “converte” alla pratica della masturbazione.

P. 167, mania deambulatoria, vedi anche Nietzsche.

P. 171, Rousseau è veramente sorprendente. Un evidente omosessuale gli propone una masturbazione di coppia, ma Rousseau fugge inorridito.

Libro VI, la sua relazione con Mme de Warens (mamma) ha veramente dell'incredibile. Sembra che Rousseau soffrisse del complesso di Edipo in maniera abnorme.

P. 302, il genio è paragonato al delirio di un febbricitante.

P. 330, la ragione è nemica della natura.

P. 331, l'episodio della cortigiana Zulieta, a Venezia, con cui Rousseau fa all'amore rivela il dissidio tra ragione e natura. Mentre è a letto con lei Jean-Jacques le scorge un seno senza capezzolo e vi almanacca tanto che alla fine la cortigiana si offende e lo manda a quel paese (“Zanetto, lascia le donne, e studia la matematica”).

P. 336, contro i Gesuiti, accusati di “spirito tirannico e intrigante”.

P. 342, Thérèse, la donna non troppo intelligente è l'ideale dell'intellettuale (ancora maschio !).

P. 353, al castello di Chenonceaux (quello sul fiume). Gli piace mangiare e ingrassa.

P. 355, manda i primi due figli all'ospizio dei trovatelli !

P. 370, affida all'ospizio tutti e cinque i suoi figli e se ne vanta come di un'opera buona e fatta da una persona sensibile e ricca di sentimento ! Un po' bislacco questo Rousseau ! Sostanzialmente un egocentrico, come tutti i futuri romantici.

P. 372, la signora di Chenonceaux (brano che viene fatto ascoltare con gli auricolari ai turisti di oggi in visita al castello).

P. 403, l'origine del male è nella civiltà ed anche nelle tecniche.

P. 407, la religione alla luce della ragione. Non lo sa, ma il suo punto di vista è lo stesso di Spinoza nel Trattato teologico-politico.

P. 418, lo scrittore deve seguire la propria ispirazione, non scrivere per denaro, altrimenti è un imbrattacarte. Come dirà poi Nietzsche, bisogna scrivere col proprio sangue.

P. 420, abitudine alla passeggiata pomeridiana. In questo, come nella mania deambulatoria, c'è una straordinaria somiglianza con Nietzsche (che forse volle imitare Rousseau ?).

P. 425, influsso dell'ambiente e delle abitudini di vita sull'animo dell'uomo. Pone le basi dell'antropologia e della psicologia. Vedi anche Nietzsche in Ecce homo.

P. 426, mania deambulatoria connessa all'efficienza del pensare, altra analogia con Nietzsche.

P. 442, 443, in queste frasi è racchiuso tutto l'animo romantico.

P. 446, secondo Voltaire la natura è la causa di tutti i mali, secondo Rousseau invece lo sono l'uomo e la civiltà, queste concezioni avranno grande importanza per Leopardi.

P. 498, progetto di una vita a tre (vedi Nietzsche con la Salomé e Paul Rée).

P. 538, critica all'ipocrisia di Montaigne, che si dipinse migliore di quello che era.

P. 589, 590, presagisce la prossima rivoluzione.

P. 611, immaginazione ansiosa di Rousseau.

P. 670, carattere “fantastico” di Rousseau : “Mi piace … cominciare cento cose e non concluderne una, … cambiar progetto ogni momento, seguire una mosca in ogni suo svariare, … e non seguire in qualsiasi cosa che il capriccio del momento”.





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