Sulla collina nel silenzio del vento
cinta da solitaria selva,
quale rupe selvaggia sovra i dorsi
ombrosi, giace la casa,
lontano in coro lamento di gabbiani.
Ella tesse la tela perenne
di trame auree del sole,
quando un ospite giunge
apre labirinti di melodie eternali.
Non sanno quali meraviglie
nasconda, poi che nel giardino azzurro
ripara lieve nelle virenti aurore
e fiori elegge per il suo mistero.
Invano, straniero, volgeresti
la tua vana parola. Ella è sola,
ode il verde mormorio del mare,
nei suoi pensieri assorta,
e vede ciò che tu non vedi.
Non tentare lusinga, non sia mai
ch’ella attinga ai tuoi pensieri !
Quando è presso il tramonto
la veste sèrica indossa ricamata d’oro
e di marini sorrisi di smeraldo
ed al tardo soggiorno dice addio.
Svanisce allora tra le coltri della notte
e sulle ali della sera attende
a porti un sogno.
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