Eternità
Luna che sorgi tra i vapori della notte,
immenso disco d’ambra,
radiante dea
occhio severo degli inferi,
assetata di vittime,
sposa del Sole vittorioso,
tu che fra le nubi della terra,
cupi manti lacerati dai venti,
t’alzi
siccome colei che s’alza dal giaciglio
della morte,
e ti sollevi sopra le alte montagne,
ascolta il mio canto.
Esso si disperde nel tuo silenzio
come il vagito d’un infante,
ma un vecchio infante
che s’apre alla vita,
che si chiude alla vita,
poi che troppo ha vissuto
pur non vivendo.
Il ruscello scintillante
nella tua luce argentea
scorre e non si ferma,
eppure è qui innanzi a me
e a te, sempre corrente
limpida, sempre fugace
riflesso
del tuo sorgere, del tuo eterno
viaggio, del tuo tramonto
ed alba occidua oltre l’orizzonte,
nel regno
al di là.
Oh, ascolta !
Eterno è l’attimo,
eterno è il mutamento
e vario non è che il variare delle onde
dell’eterno mare,
e i suoni corrono
sopra il silenzio.
Ora lo sento mugghiare
contro la costa
nera nella tempesta,
mentre che tu t’alzi
fra le lacere nubi,
o dea d’ambra,
sulle nere montagne.