Vaga memoria del passato,
tristi speranze nel vano
sogno nutrite,
orbato amante d'amato
inganno,
ora ti scorgo appena,
indietro, e come
tra la nebbia o le lacrime
m'appari velato.
“ Sopra di me la grigia
tormenta del tempo
non risparmia la sua
minaccia,
e la mia barca
già salpa sulle violacee
onde
del domani.
Sogni furono i sorrisi
di dolci aurore, voraci
ora i gorghi
dell'Oceano urlano nei
venti
esasperati dalle brume.
Su vie silenti
ho sopportato il carico
di quieti inverni,
di bronzei volti
ho colto i gelidi baci.
Ma me ne andrò su
schiumanti tempeste
per altri lidi a una nuova
dimora
sopra gli oceani,
oltre le porte della
Notte,
ove vuole il custode
di dolori il suo pegno
e la Regina chiude
la via del ritorno.
Breve respiro di spaurita
bestia
è questo transito
sull'assolata terra,
in un volto umano non vedo
altro che un'ostia. “
O respiro che via voli
nella luce dell'alba,
più non ti curi del vano
e vacuo
vaso di creta, simulacro
di sogni, un'ombra
che si perde nel buio.
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