giovedì 4 gennaio 2018

Colazione da Tiffany e altro

Truman Capote Colazione da Tiffany ( Breakfast at Tiffany's, 1950 ) Milano, Garzanti, 2014


Stile asciutto, conciso, in pochi tratti evocatore di ambienti e di personaggi, capacità indubbia di introspezione psicologica senza inutili lungaggini. Si può collegare allo stile di Harper Lee ne Il buio oltre la siepe ( To kill a Mockingbird, 1960 ), ma è più scorrevole e sicuro.
E' la storia dell'incontro tra il narratore protagonista e la “femme fatale”, la bionda ragazza di vita, aspirante diva del cinema, ma di fatto “escort” mantenuta dal milionario di turno. Certo un modello di donna poco edificante, ma che Capote dipinge in maniera incantevole, tanto da rendercela simpatica ed estremamente affascinante.
Un tipo di donna che non è poi così raro incontrare, e che, di solito, è accompagnato da un'aura di elegante squallore, e, in genere, fa una brutta fine. Ma è vero, e questo posso dirlo per esperienza personale, che ho avuto in comune ( quale onore ! Per brevissimo tempo per fortuna ! ) con lo scrittore americano, talvolta questo tipo di donna si presenta come un personaggio d'eccezione, dal fascino irresistibile.
E la cosa che mi ha più colpito è che il tipo che avevo incontrato aveva lo stesso identico fascino di Holly, mi chiamava anche lei “tesoro” e si definiva una “signora” con la propensione a considerare le altre signore come delle sguattere.


John Steinbeck Pian della Tortilla ( 1935 ) Milano, Bompiani, 1958
Traduzione di Elio Vittorini


Stile assai simile a quello di Capote. Notazioni colorite e di carattere umoristico. Avventure esilaranti di un gruppo di paisanos di Monterrey con il debole per la bottiglia. C'è quell'umorismo tipicamente nordamericano che ha in Mark Twain il suo maestro. Le situazioni paradossali seguono le une alle altre, ma in certi momenti il lettore accusa un senso di stanchezza e di saturazione. Il romanzo non particolarmente lungo, nel suo genere si rivela anche troppo lungo. Le situazioni umoristiche, per quanto variate, non sono appunto che la variazione del solito motivo conduttore e a un certo punto generano lieve tedio, anche se accompagnato da un sorriso. Nondimeno le avventure di Danny e dei suoi amici bevitori e vagabondi sono, soprattutto nella prima metà dell'opera, veramente spassose.


Vasco Pratolini Metello ( 1935 )

E' un dongiovanni dei bassifondi, con una venatura socialista e una salute da purosangue fiorentino. Il linguaggio è gergale, il periodare spesso sgrammaticato e faticoso. Non nego la patina realistica e il valore documentaristico della ricostruzione della società dell'epoca, ma il tutto riesce decisamente noioso. Questo eroe del proletariato è troppo idealizzato, troppo sano di corpo, troppo felice di spirito.
Più accattivante e decisamente godibile il romanzo Le ragazze di Sanfrediano ( 1949 ) per la tematica a sfondo sessuale, tipica di Pratolini, che non può che attrarre la curiosità d'un numeroso pubblico, e soprattutto per la vivezza e freschezza delle immagini e delle situazioni, nonché per la brevità dell'opera, pregio indiscutibile ( se pensiamo ai fumettoni e alle sbrodolate pseudosentimentali di oggi ).

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