Franz
Kafka America ( 1927 )
Nei
primi tre capitoli abbiamo la tipica vicenda dell'immigrato, in
questo caso un giovane tedesco, Karl Rossmann, che giunge sul suolo
americano ( Stati Uniti ) e dopo il primo disorientamento trova
conforto inaspettato nella classica figura dello zio d'America, ricco
senatore che ha fatto fortuna partendo dal basso ( naturalmente ! ).
Ecco
il nostro giovane, sistemato e provvisto di ogni bene, che attende
alla propria educazione ricevendo lezioni di inglese ed equitazione.
Sennonché un episodio di innocente disobbedienza, l'accettazione di
un invito a cena per qualche giorno fuori di casa contro il volere
dello zio, che acconsente suo malgrado, suscita appunto nell'animo di
costui un moto di sdegno e un sentimento di forte rancore per la
manifesta ingratitudine, tanto che decide di scacciarlo via da sé.
Ricevuta la lettera di condanna il giovane si ritrova sulla strada,
espulso anche dalla dimora dell'ospite.
Si
nota nel procedimento narrativo l'atmosfera surreale e la situazione
paradossale tipica dei racconti di Kafka, anche qui il comportamento
dello zio è manifestamente assurdo nella sua rigida morale ( chi
contravviene anche di poco alle regole viene eliminato ! ).
Nei
capitoli seguenti comincia l'avventura del giovane eroe alla ricerca
di un lavoro per sopravvivere e assistiamo all'incontro con due altri
giovani disperati, cui si affida nel reciproco aiuto, ma che se ne
approfittano nella maniera più sfacciata. All'Hotel Occidental viene
assunto come ragazzo d'ascensore e conosce Therese, giovane
dattilografa, fanciulla originaria della Pomerania, la cui storia, la
morte della madre quando lei aveva cinque anni, negli stenti di una
vita vagabonda e tra l'indifferenza della gente, è l'episodio più
commovente. Ci ricorda l'America degli immigrati, divisa tra ricchi e
straccioni, come è ben documentata, a cornice di storie divertenti,
nei film di Charlie Chaplin. Un'America di splendori e di miserie, di
milionari ingrassati ( i signori Green e Pollunder ) e di poveracci
abbrutiti dalla fame ( Delamarche e Robinson ).
L'impiego
all'Hotel Occidental finisce presto per colpa dell'inopportuno
Robinson e, cacciato in malo modo, Karl finisce nelle grinfie
dell'odioso Delamarche e di Brunelda, attrice ormai invecchiata per
la carriera, che mantiene quest'ultimo come amante, e dello stesso
turpe Robinson. La grassa Brunelda lo trattiene prigioniero nel suo
disordinatissimo appartamento perché vuol farne il suo servitore,
volente o nolente. Rossmann cerca di ribellarsi e subisce un
pestaggio da parte di Delamarche. Infine Karl si adatta al servizio e
viene a conoscere una singolare figura di studente, vicino di casa.
L'episodio termina con il trasloco e la scena di Karl che trasporta
in una carrozzella per invalidi la grassissima Brunelda.
Il
romanzo è incompiuto e il finale è costituito dall'ultimo capitolo
realizzato, cioè “ Il teatro naturale di Oklahoma “, dove
l'immaginazione grottesca e ironica di Kafka ci presenta
l'organizzazione di una grande azienda nel momento dell'arruolamento
dei dipendenti, esattamente come si trattasse di un ufficio militare.
Anche Karl viene intruppato e caricato sul treno diretto alla
misteriosa meta, che immaginiamo dovesse, nelle intenzioni
dell'autore, rivelarsi come una spiacevole sorpresa. Infatti
l'America di Kafka non è la terra promessa ma una brutta copia
dell'Europa, caratterizzata dall'ipertrofia commerciale e tecnologica
e dal culto esclusivo del denaro.