sabato 25 aprile 2020

Madre


E' da te
concepito ogni vivente
e da te nato del sole la luce
vede, e te contempla
nella prima gioia.
Rosei stormi planano sulle acque
come s'apre l'ombra delle rive alla luce,
come s'apre il sorriso al brillare degli occhi
di colui che è nato.
Il germoglio estende le sue radici
e beve il succo della vita,
ogni vivente estende la propria anima
perché nel fiato si plachi dell'amore.
Cercate i fonti e le segrete vene
dell'ampia terra, forse saprete
perché i monti mirano al cielo,
perché d'un velo si coprono le valli,
perché dei boschi all'ombra
l'errante si riposa,
perché si posa la luna sulle acque
e si profonda.

Sul niveo collo si distese
la chioma della notte,
al sorriso che attese
la sua parola.

Sola, silente, mi osservava nel respiro sospeso delle selve,
un canto di cigno si librava sopra l'onda
chiarocupa, gli occhi neri lucevano nel lago.

Così parla colei che segue
la schiera dei viventi
sino all'orizzonte di costellate notti.

Tu, semplice vita dell'istante, amato inganno del tempo,
vita virginea che sbocci in un giglio sulla montagna d'estate,
incanto dei sospiri che mutuano i sogni,
incanto di uno sguardo, d'un palpito di ciglia,
figlia dell'eterna memoria,
ora il tuo viso traspare,
come tra le nebulose ansie volano gli alati
verso lidi remoti, ove risuonano agli uragani
i canti dei marinai.

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