mercoledì 26 agosto 2020

La gatta

 

Ho per amante una gatta nera

dagli occhi di smeraldo,

agile baiadera

nel suo corpo flessuoso,

lieve e rapida nel suo balzo

e furtiva come un'ombra,

appare e scompare nel folto mormorio

dei cespugli ai venti e fra le erbe,

sotto gli ulivi scuri, nella campagna

abbandonata.

Un'aria sottile naviga intorno al suo corpo

lucido nelle sue movenze brune,

quale l'aria vesperale

è nunzia della notte di giaietto.

In un salto perfetto, e caldo,

quasi un'onda d'agosto

crinita dall'austro,

essa scompare e appare

misteriosamente,

ora con occhi supplici, mendicando

un boccone di grana,

ora voluttuosamente feroce

nella brama di preda.

Che vita selvaggia, aspra e pugnace,

per le notti trascorse all'ultimo sangue

contro i maschi rapaci,

cupidi e grossi,

lei così fine, così leggera,

ma tenace, severa, fino alla morte dura !

Essa per giorni dispare

nel folto nereggiare della macchia,

lei più rapida d'un battito di ciglia

e fra il canneto e tra i fichi d'India

e sotto gli albicocchi essa s'aggira

cauta e silenziosa

come spirito notturno

e veloce segue la traccia,

e nella caccia ardisce più d'un'amazzone,

fosse Pentesilea.

E quando la luna sorge nella notte bruna,

le luci sue dardeggiano

d'una febbre guerriera

e miagolando ruggisce quale una pantera.

Oh fosse umana, dal brunito corpo

ella sarebbe la mia gatta negra,

bella ed ardente com'è terra a Flegra !

Come sale sui muri e vi cammina

elegante quasi una regina,

nobile certo e noncurante

dei rami interposti e delle piante.

Io esco finalmente la sera,

ho per amante una gatta nera.


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