giovedì 15 luglio 2021

René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi

 




René Guénon, Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi, Milano, Adelphi, 2009



P. 11, l'epoca moderna è una “mostruosità”, essa corrisponde al periodo della tradizione indù detto Kali Yuga, periodo estremo del ciclo storico.

P. 12, “la tendenza a ridurre ogni cosa al solo punto di vista quantitativo” è affermata anche in Osservazioni sulla produzione dei numeri e in Osservazioni sulla notazione matematica raccolte ora ne Il demiurgo (1976), Milano, Adelphi, 2007. La concezione dei cicli cosmici è molto antica e dal punto di vista filosofico è stata resa esplicita da Platone nel Fedro, nel Timeo e nel Crizia. Tale concezione si può far risalire ad Esiodo ed è quindi schiettamente greca anche se nell'opera di Guénon non mancano i riferimenti alla tradizione induista.

P. 25, errore del materialismo scientifico moderno : esso scambia per realtà il risultato delle percezioni dei sensi umani, considerando “materia” ciò che non lo è. La trattazione di Guénon ha lo scopo in definitiva di mostrare la vanità della scienza umana che ha perduto di vista l'antica saggezza della tradizione divina.

P. 32, nella considerazione della manifestazione dell'universo o kosmos, Guénon si avvicina all'interpretazione di Anassagora da parte di Nietzsche. Il cosmo trae origine dal caos, cioè il manifestato è originato dal non manifestato o non definibile o non rappresentabile, indeterminato, non misurabile : la materia prima.

P. 38, contraddizioni di Cartesio. Affermare che i corpi appartengono solo alla dimensione dell'estensione, cioè sono res extensa, significa negarne il valore proprio dato dalla qualità. Ma è evidente che è proprio la qualità a caratterizzare i corpi. Dunque la teoria cartesiana è errata.

P. 41, la natura qualitativa dello spazio viene dimostrata con l'impossibilità di una sua riduzione alla pura estensione, data la presenza di una discriminante : la direzione. Affermando poi che lo spazio è coestensivo ed è una delle condizioni del mondo, trova conferma nella fisica moderna laddove l'idea di uno spazio continuo sparisce, per dare luogo, come dice Guénon, a quella di spazio coestensivo al mondo (cfr. Carlo Rovelli, Sette brevi lezioni di fisica, Milano, Adelphi, 2014, p. 51).

P. 43-48, a proposito del tempo Guénon ne sostiene la legge ciclica e la sua dimensione qualitativa. Ogni diversa epoca accoglie diversi tipi di civiltà, procedendo verso il basso. L'attuale civiltà appartiene all'età del Kali Yuga ed è il grado più basso del ciclo cosmico.

P. 51, altra caratteristica dell'età del Kali Yuga, cioè dell'età attuale, è la massificazione e la riduzione di ogni valore alla quantità. L'individuo è sempre più privo di qualità proprie ma sempre più isolato, separato, come un atomo tra gli atomi.

A proposito del potere della vera conoscenza (poesia) vedi il Canto delle donne al poeta di Rainer Maria Rilke, che così termina nell'ultima terzina :


L'infinito con noi passa e si perde

Sii tu la bocca che ce lo fa udire,

tu sii : tu che di noi dici l'essenza.


P. 56, affermazioni importanti sulla nostra fase ciclica “industriale” che mira all'aspetto quantitativo della realtà materiale e umana e al predominio della macchina, simbolo del trionfo della quantità sulla qualità. Esiste però una correlazione tra ordine cosmico e ordine naturale e quindi l'era attuale è in un certo senso già predisposta dal ciclo cosmico (p. 57).

P. 62-63, il trionfo della tecnologia celebra la fine dell'arte e del mestiere vero, quello artigianale. La civiltà moderna industriale e tecnologica non rappresenta un progresso, ma una profonda decadenza. Gli uomini moderni schiavi delle macchine tendono a una piatta uniformità e a comportarsi come automi.

P. 68, la fine del mondo attuale sarà realizzata dalla tendenza “egualitaria” verso una uniformità generalizzata di tutta l'umanità e la sua sostanziale riduzione a massa servile a disposizione delle macchine. Allora si verificherà la fine dell'umanità, cui però seguirà l'inizio di una nuova umanità.

P. 89, contro la cultura di massa, la massificazione della vita sociale e la scienza moderna, razionale e massificante. La democrazia e i regimi totalitari ne sono un'espressione sintomatica.

P. 113, “relazione esistente fra certe fasi critiche della storia dell'umanità e certi cataclismi che si producono in determinati periodi astronomici”, corrispondenza ciclica fra l'ordine umano e l'ordine cosmico.

P. 117, “intervento manifesto di elementi sovrasensibili nello stesso mondo sensibile”. Il mondo moderno lo impedisce costantemente con il suo materialismo e la sua tecnica, ma in realtà non c'è limite tra i diversi gradi della realtà e tra i mondi diversi.

P. 130, si fa riferimento alla fine del ciclo precedente il nostro Kali Yuga e precisamente al grande cataclisma detto del “diluvio universale” e che si riferisce alla fine di Atlantide. La storia del mondo conosciuta attualmente non risale oltre l'inizio dell'era nostra cioè del Kali Yuga.

P. 140, alla fine del ciclo, simbolicamente rappresentato dal passaggio dalla sfera al cubo, vi sarà un rinnovamento e l'apparizione di una nuova umanità.

P. 144, spiegazione del mito di Caino e Abele, popoli sedentari dediti all'agricoltura contro popoli nomadi, simbologia implicita riferentesi al principio di compressione (il tempo) contro il principio di espansione (spazio) : i popoli sedentari fagocitano i popoli nomadi.

P. 182, le influenze sottili o materia psichica si affiancano ai fenomeni naturali e costituiscono la realtà non avvertita dai sensi esterni, in questo si veda anche Raja Yoga di Ramacharaka.

P. 263, a proposito della Controtradizione e del rovesciamento dei valori è interessante il riferimento alla parodia del Sacro Impero, che all'epoca presente è costituito dall'istituzione dell'impero bancario europeo. Nella nota a piè di pagina si parla di raddrizzamento dopo il rovesciamento dei poli e per questo è bene riferirsi all'opera di de Santillana.

P. 266, l'Anticristo è la Controtradizione o il contro Sé, deve avere quel carattere meccanico che è tipico del mondo moderno. Viene da pensare ai robot e ai computers, non sono forse essi i risultati ultimi dello sviluppo dell'intelligenza artificiale ?






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