La
foresta si risvegliava. Una vibrazione si trasmetteva nel sottobosco
e tra le foglie sui rami. Forse i sogni del passato tornavano,
spiriti non placati nel sonno della morte, e s'aggiravano tra gli
alberi e lo chiamavano. E lo assalì il rimpianto e tutta la catena
dei ricordi. La vita sua gli scorreva innanzi, un'onda impetuosa, una
sinfonia che comprendeva armonie di sentimenti contrastanti e sovente
malinconici. Una sensazione acuta di soggiogante e inesprimibile
potenza lo afferrò. Una consapevolezza greve e amara del proprio io,
della sua grandezza e nello stesso tempo della sua miseria, trafisse
il cuore, annebbiò la mente di lui. Egli si dissolse in quella
sinfonia, si smarrì in quei sogni, vibrò nelle fibre del corpo del
tremito del bosco, divenne il gemito delle foglie, l'agile timidezza
degli scoiattoli, il cinguettìo degli alati.
Chi
era dunque se non ogni essere intorno a lui, se non quella luce
stessa che gli scaldava il volto ?
Respirò
profondamente. Sentì nelle vene il calore del sangue. Esso fluiva in
lui, non diversamente dai fiumi fragorosi negli alvei tra le rocce.
Poco
distante era un laghetto, creato dai ghiacci liquefatti, che ritraeva
gli alti abeti intorno, ovale quale speculo argenteo.
Vide
riflessa la propria immagine e rimase a considerare quel volto
giovane, a lui estraneo, come non l'avesse mai conosciuto. E immaginò
fra il verde delle piante semprevirenti figure e forme di donne
appena velate, che si avvicinavano. Una di esse col viso traslucido
sfiorò, oltrepassò le gote di lui. Il fantasma luminoso si confuse
nell'ombre fruscianti, dietro il chiaroscuro del fogliame turbato
dalla brezza.
Una
voce lo suase, una melodia calma ed insieme appassionata, che a poco
a poco lo imprigionò nelle sue volute.
S'inoltrava,
si profondava sempre più nel mistero della foresta. Essa pareva
fremere, agitarsi allo spiro musicale, vivere della vita d'un essere
animato. La luce, intensificandosi, la percorreva, scontrandosi in
nodi, in gorghi accecanti.
La
via, ora uno scuro meandro, ora un labirinto sassoso e assolato,
pareva senza meta.