Leone Tolstoj
Anna Karenina ( 1877 )
Milano, Sonzogno, 1926
P. 427-29, con la
conversione al perdono di Alessio Alexandrovic ( marito di Anna
Karenina ) il racconto prende un'altra piega. Fin qui sembra un
romanzo d'amore tradizionale, il solito tradimento, le solite
avventure collaterali, la vita del vero protagonista del romanzo cioè
Levine ecc., ma adesso è tutta un'altra cosa e il nuovo
atteggiamento del freddo ( e ormai non più freddo ) Alessio
Alexandrovic ha del sorprendente e direi geniale. Anna rischia di
morire di parto in seguito al rapporto adulterino con il conte
Vronski e il marito Alessio, che è in procinto di chiedere il
divorzio, improvvisamente commosso dalle sue sofferenze perdona lei e
il suo amante.
P. 505 e segg. : la morte
di Nicola, fratello di Costantino Levine ( che è il vero
protagonista del romanzo, come ho già detto ) è narrata con fine
psicologia. Nell'analisi psicologica dei caratteri Tolstoj è
indubbiamente un maestro. Egli ci pone innanzi al mistero della morte
con i nostri stessi interrogativi.
Con la stessa toccante
efficacia anche Italo Svevo, degno discepolo di Tolstoj, analizza la
psiche umana di fronte alla morte. L'episodio della fine di Amalia in
Senilità ( 1898 ) è di
una profondità, d'una veridicità assolutamente unica. Siamo al
cospetto di grandi creatori.
P.
536-38 : molto ben riuscita è la rappresentazione della psicologia
del figlio di Anna, Sergio, detto Sergino, data l'età. Tolstoj
dimostra una raffinata conoscenza del comportamento infantile in
questa ricerca irreprimibile della madre assente, nel rifiuto
dell'esistenza della morte, nell'antipatia verso un'educazione rigida
e contraria alla natura umana.
P.
600, Tolstoj è talmente abile come psicologo che ci fornisce pure la
psicologia del cane. La cagna Laska durante la caccia ai beccaccini
formula mentalmente tutta una serie di profondi pensieri sul
comportamento degli uccelli e del suo padrone Levine.
P.
706, nell'analisi del rapporto coniugale tra Anna e Vronski ( poiché
i due anche se non sposati convivono ), Tolstoj si mostra psicologo
inimitabile, quando individua nell'antagonismo maschio-femmina,
uomo-donna, l'origine della tragedia di cui sarà purtroppo
protagonista la povera Anna.
A
pag. 69 c'è l'episodio dell'operaio rimasto sotto il treno, la morte
di Anna viene così annunciata da una sorta di segno premonitore. Si
ricordi Le rouge et le noir
di Stendhal a proposito dei rossi arredi della chiesa dove si reca
nella prima parte del romanzo Julien e che alludono alla sua futura
morte sotto la ghigliottina.
La
stessa Anna riconosce ( a pag. 70 ) che si tratta di un cattivo
presagio.
P.
767. Difatti pochi istanti prima del suicidio Anna si ricorda
dell'uomo schiacciato il giorno del suo primo incontro con Vronski e
decide che quello sarà anche il suo destino.
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