mercoledì 4 gennaio 2017

Leone Tolstoj, Anna Karenina

Leone Tolstoj       Anna Karenina ( 1877 )      Milano, Sonzogno, 1926


P. 427-29, con la conversione al perdono di Alessio Alexandrovic ( marito di Anna Karenina ) il racconto prende un'altra piega. Fin qui sembra un romanzo d'amore tradizionale, il solito tradimento, le solite avventure collaterali, la vita del vero protagonista del romanzo cioè Levine ecc., ma adesso è tutta un'altra cosa e il nuovo atteggiamento del freddo ( e ormai non più freddo ) Alessio Alexandrovic ha del sorprendente e direi geniale. Anna rischia di morire di parto in seguito al rapporto adulterino con il conte Vronski e il marito Alessio, che è in procinto di chiedere il divorzio, improvvisamente commosso dalle sue sofferenze perdona lei e il suo amante.
P. 505 e segg. : la morte di Nicola, fratello di Costantino Levine ( che è il vero protagonista del romanzo, come ho già detto ) è narrata con fine psicologia. Nell'analisi psicologica dei caratteri Tolstoj è indubbiamente un maestro. Egli ci pone innanzi al mistero della morte con i nostri stessi interrogativi.
Con la stessa toccante efficacia anche Italo Svevo, degno discepolo di Tolstoj, analizza la psiche umana di fronte alla morte. L'episodio della fine di Amalia in Senilità ( 1898 ) è di una profondità, d'una veridicità assolutamente unica. Siamo al cospetto di grandi creatori.
P. 536-38 : molto ben riuscita è la rappresentazione della psicologia del figlio di Anna, Sergio, detto Sergino, data l'età. Tolstoj dimostra una raffinata conoscenza del comportamento infantile in questa ricerca irreprimibile della madre assente, nel rifiuto dell'esistenza della morte, nell'antipatia verso un'educazione rigida e contraria alla natura umana.
P. 600, Tolstoj è talmente abile come psicologo che ci fornisce pure la psicologia del cane. La cagna Laska durante la caccia ai beccaccini formula mentalmente tutta una serie di profondi pensieri sul comportamento degli uccelli e del suo padrone Levine.
P. 706, nell'analisi del rapporto coniugale tra Anna e Vronski ( poiché i due anche se non sposati convivono ), Tolstoj si mostra psicologo inimitabile, quando individua nell'antagonismo maschio-femmina, uomo-donna, l'origine della tragedia di cui sarà purtroppo protagonista la povera Anna.
A pag. 69 c'è l'episodio dell'operaio rimasto sotto il treno, la morte di Anna viene così annunciata da una sorta di segno premonitore. Si ricordi Le rouge et le noir di Stendhal a proposito dei rossi arredi della chiesa dove si reca nella prima parte del romanzo Julien e che alludono alla sua futura morte sotto la ghigliottina.
La stessa Anna riconosce ( a pag. 70 ) che si tratta di un cattivo presagio.
P. 767. Difatti pochi istanti prima del suicidio Anna si ricorda dell'uomo schiacciato il giorno del suo primo incontro con Vronski e decide che quello sarà anche il suo destino.








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