venerdì 6 gennaio 2017

L'incontro






La foresta si risvegliava. Una vibrazione si trasmetteva nel sottobosco e tra le foglie sui rami. Forse i sogni del passato tornavano, spiriti non placati nel sonno della morte, e s'aggiravano tra gli alberi e lo chiamavano. E lo assalì il rimpianto e tutta la catena dei ricordi. La vita sua gli scorreva innanzi, un'onda impetuosa, una sinfonia che comprendeva armonie di sentimenti contrastanti e sovente malinconici. Una sensazione acuta di soggiogante e inesprimibile potenza lo afferrò. Una consapevolezza greve e amara del proprio io, della sua grandezza e nello stesso tempo della sua miseria, trafisse il cuore, annebbiò la mente di lui. Egli si dissolse in quella sinfonia, si smarrì in quei sogni, vibrò nelle fibre del corpo del tremito del bosco, divenne il gemito delle foglie, l'agile timidezza degli scoiattoli, il cinguettìo degli alati.
Chi era dunque se non ogni essere intorno a lui, se non quella luce stessa che gli scaldava il volto ?
Respirò profondamente. Sentì nelle vene il calore del sangue. Esso fluiva in lui, non diversamente dai fiumi fragorosi negli alvei tra le rocce.
Poco distante era un laghetto, creato dai ghiacci liquefatti, che ritraeva gli alti abeti intorno, ovale quale speculo argenteo.
Vide riflessa la propria immagine e rimase a considerare quel volto giovane, a lui estraneo, come non l'avesse mai conosciuto. E immaginò fra il verde delle piante semprevirenti figure e forme di donne appena velate, che si avvicinavano. Una di esse col viso traslucido sfiorò, oltrepassò le gote di lui. Il fantasma luminoso si confuse nell'ombre fruscianti, dietro il chiaroscuro del fogliame turbato dalla brezza.
Una voce lo suase, una melodia calma ed insieme appassionata, che a poco a poco lo imprigionò nelle sue volute.
S'inoltrava, si profondava sempre più nel mistero della foresta. Essa pareva fremere, agitarsi allo spiro musicale, vivere della vita d'un essere animato. La luce, intensificandosi, la percorreva, scontrandosi in nodi, in gorghi accecanti.
La via, ora uno scuro meandro, ora un labirinto sassoso e assolato, pareva senza meta.



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