Come i fiori dell'eonio
d'oro
al sole fulgono vibranti
d'api,
mitre di sàtrapi,
coronato coro,
mèmori tornano verso il
cielo
canti remoti
nati per lo stelo
d'antica gloria cinto,
quando scrissi :
“ Eonio d'oro, o
risplendente fiore,
specchio di sole, gemma
dentro l'erba,
sorgi e t'innalzi nel
nascente albore,
nell'aria pura che ti
abbraccia e serba,
tu dalla terra coronato
ardore,
che nel suo gelo le radici
serra,
ora ti ergi in tutto lo
splendore
come guerriero vinse la
sua guerra.
Tu nasci quando il sole si
nasconde
nelle onde del mare
dell'inverno,
e quando anch'Egli sale
dalle sponde
vittorioso sull'ombre
dell'inferno,
offri coppe di nettare
odoroso
alle api ridente e
luminoso. “
Sorgi anche ora
inebriato dalla rosea
aurora,
mentre sull'acque eterno
posa il piede il fuoco
superno
e ritorna dal canto e
dalla danza
delle Muse la soave
speranza,
Colei che parve nell'età
novella
e che risorge rimpianta e
invocata
nel desiderio d'un'età
non grata,
fidata e bella
nei sogni dell'estate,
fragile astro,
vago tempo fugace,
malinconici giorni nella
pace;
rinata giovinezza,
o divina grazia, per la
ricchezza
rifulgono i tuoi fiori,
risplendi così intera
nella volta irradiata
della luce, nel sogno
che s'avvera.
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