lunedì 10 luglio 2017

A Isolda







Immemore sorella, morte,
L'uguale mi farai del sogno
Baciandomi. “

Ungaretti, “ Inno alla morte “, 1925






Tristano, ritorni sugli spumosi inniti del mare
alla terra dei memori sogni, all'amata,
il suo volto ti avvolge nel vento
in un turbine di fluitanti chiome.
Sull'onde verdazzurre i riflessi oro
sono specchi dei suoi sorrisi,
non più inganno, non più dolore,
del suo saluto hai nostalgia.

Più forte nodo i forti amanti abbraccia
che non infrange legge alcuna o spada,
come la vela è turgida nel vento
così sul mare freme il desiderio.
Ed infuocato dardo nel tramonto
fugge la nave sopra l'onda bianca
al nero lido dell'estranea terra.

Sul sangue salso fugge nel tramonto,
al suo sorriso, al gioioso sogno
della sua luce. Mentre l'onda bianca
fende la prora rapida e pugnace.
Ora ti ergi e ti rivolgi al vento
ed ebbro quasi gridi per che ampia
vela sia ala per un folle volo.

Echeggia nel respiro
dei flutti incanutito
il canto sulla riva
di colei che chiama
al pianto dei gabbiani,
voce che non ascolta,
melodia lontana,
palpito sonoro
del roco riparo.

Sorride il ricordo dorato dal sole
sul dorso dei corsieri marini
crinito, vibrante cristallo che s'apre
ai dardi diurni, quando la battaglia
già è vinta dal tempo sulle notti.
O notte, angosciosa vigilia
anelante ai giorni luminosi,
strazio degli istanti eterni reclusi
nell'ombra del destino. Tu, o notte,
senza risposta stai sulla mia orma,
quale una sposa ignota, in attesa.

E attesi a lungo e quindi un canto
giunse a me dall'anima
profondo e come fuoco sorse su dalle pinete
quale aroma di linfe
quale resina di luce,
e la tua nave, Tristano, vidi
sull'ampio oceano,
sovra le candide figlie del mare.

Romba lontano, s'infrange
contro le rocce, trasale, precipita, sorge,
mugghia sull'ara vittima.
Ella ascolta.
Ascolta, e un silenzio
pervade le arene
e l'onda si placa attonita
e il suo sangue fervido schiuma.

E il grande occhio china
nel rammarico d'un dio
alla vasta piaga occidua,
sosta ancora, pensoso
verso la riva e un respiro
estremo mormora.

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