Gustave
Flaubert L'éducation sentimentale ( 1870 )
Paris,
Gallimard, 1965
P.
23, innamoramento di Frédéric Moreau. Mme Arnoux ha qualcosa della
Bovary, ma come si vedrà è un angelo di virtù : “ Jamais il
n'avait vu cette splendeur de sa peau brune, la séduction de sa
taille, ni cette finesse des doigts que la lumière traversait. “
Il carattere di Emma Bovary appartiene però non a Mme Arnoux ma
proprio a Federico. A p. 27 ecco il suo sogno romantico : “ Elle
ressemblait aux femmes des livres romantiques. … Elle était le
point lumineux où l'ensemble des choses convergeait; … le regard
dans les nuages, il s'abandonnait à une joie rêveuse
et infinie. “ In tutto il romanzo infatti sarà Federico a
rincorrere un suo inafferrabile sogno d'amore e non Mme Arnoux,
sempre ferma e salda nel suo ruolo di madre di famiglia, nonostante
qualche cedimento.
P. 33, velleità
artistiche di Federico ( un po' come Emma Bovary ), sogna addirittura
sinfonie !
P. 34, la razza dei
diseredati. L'amore secondo Frédéric, romantico e impossibile.
P. 54, Pellerin è la
caricatura dell'artista che teorizza e non segue il proprio istinto.
La filosofia uccide l'arte.
P. 56. NB lo stile
nervoso, spesso con salti logici, scorre come un ruscello
volteggiante qua e là fermandosi nelle descrizioni minuziose.
Ricorda un po' quello di Stendhal. Lo trovo meno coerente di quello
di Madame Bovary
o di Salammbô.
A
p. 469 si trova l'interessante articolo di Marcel Proust “ Ce que
signifie le style de Flaubert “, nel quale con molta acutezza
Proust individua nell'uso anomalo dei tempi verbali, delle
preposizioni e della congiunzione copulativa le caratteristiche di
uno stile che vuole trasformare le azioni in impressioni e attribuire
vita propria alle cose : ( p. 470 ) “ ce qui jusqu'à Flaubert
était action devient impression. Les choses ont autant de vie que
les hommes, car c'est le raisonnement qui après assigne à tout
phénomène visuel des causes extérieures, mais dans l'impression
première que nous recevons cette cause n'est pas impliquée. “
Il
tempo verbale che Flaubert predilige è l'imperfetto che viene
utilizzato non soltanto nelle descrizioni ma anche nell'esporre i
pensieri o i discorsi dei personaggi, dal momento, come scrive
Proust, che Flaubert “ ha deciso di usare il meno possibile le
virgolette “. Talvolta il passato remoto interrompe l'imperfetto,
ma non per designare un'azione compiuta, bensì per indicare qualcosa
di indefinito che si prolunga nel tempo o nell'immaginazione. Ed
anche il presente ha un suo scopo particolare, quello di gettare un
raggio di luce, di aprire al pieno giorno una realtà che si sottrae
al moto inarrestabile degli eventi.
La
congiunzione “e” non ha poi assolutamente la funzione assegnatale
dalla grammatica, ma piuttosto quella di marcare una pausa ed
iniziare un nuovo quadro. Insomma, dice Proust, “e” comincia
sempre una frase secondaria e non termina quasi mai una enumerazione.
Come tutti i grandi scrittori Flaubert personalizza le regole
grammaticali, le trasforma e le rende docili al suo linguaggio
poetico.
P.
56, Regimbart, altra caricatura. Lo sfaccendato che si nutre di
politicume e assume un'aria da intellettualoide tra un bicchiere e
l'altro.
P.
57, Jacques Arnoux, il borghese che prostituisce l'arte e l'abbassa
ai gusti della massa. Il marito di Mme Arnoux, della quale è
innamorato F. Moreau.
P.
96, disperazione del sognatore romantico. Come è diverso questo
romanzo da Anna Karenina
di Tolstoj, la cui vicenda è scontata sin dall'inizio, ma in cui
tutto procede “positivamente”.
P.
102, Mme Arnoux mantiene sempre le caratteristiche della donna fatale
( come Salammbô ), qui risalta su sfondo color porpora ( cfr. “
Cleopatra “ quadro di G. Moreau ) : “ Mme Arnoux se tenait assise
sur une grosse pierre, ayant cette lueur d'incendie derrière elle. “
P.
112. Temperamento da sognatore ( vedi l'inetto Corrado Silla in
Malombra di Fogazzaro
) : “ En de certains jours, pourtant, une indignation le prenait
contre lui-même. … Il vagabondait jusqu'au soir … il voulait se
faire trappeur en Amérique, servir un pacha en Orient, s'embarquer
comme matelot … “
P.
125. Il romanzo non manca di episodi umoristici. Come a questo punto,
quando F. Moreau aspetta invano in un bar l'arrivo del suo amico
ubriacone, inghiottendo un bicchiere dopo l'altro.
P.
130. Ci si riconosce nell'atteggiamento ormai disincantato di
Frédéric. In genere ci si riconosce nelle sensazioni e nei
sentimenti di questi personaggi di Flaubert, mentre nel caso di
Tolstoj ( Anna Karenina
) direi che, anche se la narrazione è magistrale, si tratta di
personaggi lontani da noi e quasi stereotipati. Forse perché si
narra di vicende dell'aristocrazia russa, quanto mai lontana dalla
nostra realtà.
P.
134. Il linguaggio usato spesso è quello proprio del parlato,
sicuramente meno letterario di Salammbô.
P.
140 ( Seconda Parte, cap. I ). Suggestiva rassegna di tipi femminili
( il ballo in casa di Rosanette ) :
Elles
tournaient si près de lui, que Frédéric distinguait les
gouttelettes de leur front ; -- et ce mouvement giratoire, de plus en
plus vif et régulier, vertigineux, communiquant à sa pensée une
sorte d'ivresse, y faisait surgir d'autres images, tandis que toutes
passaient dans le même éblouissement, et chacune avec une
excitation particulière selon le genre de sa beauté. La Polonaise,
qui s'abandonnait d'une façon langoureuse, lui inspirait l'envie de
la tenir contre son coeur, en filant tous les deux dans un traîneau
sur une plaine couverte de neige. Des horizons de volupté
tranquille, au bord d'un lac, dans un chalet, se déroulaient sous
les pas de la Suissesse, qui valsait le torse droit et les paupières
baissées. Puis, tout à coup, la Bacchante, penchant en arrière sa
tête brune, le faisait rêver à des caresses dévoratrices, dans
des bois de lauriers-roses, par un temps d'orage, au bruit confus des
tambourins. La Poissarde, que la mesure trop rapide essoufflait,
poussait des rires ; et il aurait voulu, buvant avec elle aux
Porcherons, chiffonner à pleines mains son fichu, comme au bon vieux
temps. Mais la Débardeuse, dont les orteils légers effleuraient à
peine le parquet, semblait receler dans la souplesse de ses membres
et le sérieux de son visage tous les raffinements de l'amour
moderne, qui a la justesse d'une science et la mobilité d'un oiseau.
Rosanette tournait, le poing sur la hanche ; sa perruque à marteau,
sautillant sur son collet, envoyait de la poudre d'iris autour d'elle
; et, à chaque tour, du bout de ses éperons d'or, elle manquait
d'attraper Frédéric.
P. 144. Tutto l'episodio del primo capitolo della seconda parte ricorda la cena di Trimalcione nel Satyricon di Petronio.
P. 144. Tutto l'episodio del primo capitolo della seconda parte ricorda la cena di Trimalcione nel Satyricon di Petronio.
P.
158. Nel personaggio di Sénécal abbiamo la satira del comunismo.
P.
165. Rosanette e Mme Arnoux, la donna perversa e la donna angelo sono
un motivo che troviamo ne Il piacere di D'Annunzio nella
persona di Elena Muti ( la perversa ) e Maria Ferres ( la donna
angelo ).
P.
169. La codardia è caratteristica negativa di questi eroi decadenti,
vedi Emilio Brentani in Senilità di Italo Svevo ( romanzo di
molto posteriore, ma che ha qualche affinità con questo ).
P.
192. Cfr. Salammbô, Mme Arnoux è posta al di là della
condizione umana, come la principessa cartaginese.
P.
199. Considerazioni politiche di Deslauriers che sono più che mai
attuali ( vedi U. E. Che differenza c'è tra la S. Alleanza e
l'Unione europea ? ).
P.
222. Mme Arnoux è l'esatto contrario di Mme Bovary.
P.
224 e seg. : un seguito di colpi di scena, dopo la corsa dei cavalli
all'ippodromo. La velocità degli eventi trascina il protagonista
nel turbine delle passioni. La sua difesa delle donne ( Rosanette e
Mme Arnoux ) lo fa litigare gravemente col giovane visconte Cisy,
durante un pranzo offerto dallo stesso giovane visconte ( pag. 245 ).
P.
296-297. Forse il suo amore sta per raggiungere il proprio
compimento. Ma la cosa non è chiara. Mme Arnoux mantiene un
atteggiamento assolutamente inespugnabile, pur con qualche cedimento.
Federico le prova tutte e affitta un appartamento per una tenera
“insidia”.
P.
303. L'attesa disperata di Mme Arnoux, il vagabondaggio per le strade
alla sua ricerca, lo scambiare altre donne per lei, ricordano le
stesse azioni di Emilio Brentani, in Senilità di I. Svevo,
alla ricerca notturna di Angiolina. Che l'opera di Flaubert sia una
fonte per il romanzo di Svevo ?
P.
308. Come ne Il piacere di D'Annunzio, qui troviamo già lo
scambio di maîtresses sul letto d'amore, che in questo caso è una
donna poco rispettabile, mentre nel romanzo di D'Annunzio l'incontro
è tra Andrea Sperelli e Maria Ferres ( che sostituisce appunto la
donna veramente desiderata : Elena Muti ).
P.
311. Nella Parte Terza inizia la descrizione di una rivolta popolare
a Parigi. Si tratta infatti di un romanzo realista che ha anche
valore di documento storico ( si tratta della rivoluzione del 1848 ).
P.
325. Frédéric dopo tutto è un inetto, esattamente come i
personaggi di Italo Svevo. Quando riceve la proposta di presentarsi
come candidato alla camera dei deputati “ uomo di tutte le
debolezze, fu conquistato dalla demenza generale “. Le pagine che
seguono rendono ragione alla definizione, o meglio agli attributi che
si potrebbero dare a questo romanzo “ ironico, straziante e nello
stesso tempo comico “. In effetti i momenti umoristici vi
abbondano.
P.
330. L'utopia dell'Unione europea era già presente allora, solo che
si pensava ad una lingua unica piuttosto che a una moneta soltanto.
NB : la lingua unica avrebbe dovuto essere il latino.
P.
331, ecco che si evidenziano anche le utopie cristiano-socialiste (
quanto tutte queste sciocchezze stanno alla base del mondo moderno !
).
P.
352, splendida descrizione della foresta ( III Parte, cap. I ).
III
Parte, cap. II. Federico è ormai preso dal vortice dell'ambizione e
degli amorazzi, Mme Dambreuse forse e certo Rosanette amante
prezzolata, e addolora profondamente Louise, la fanciulla ingenua e
bruttina, innamorata follemente di lui.
III
Parte, cap. III, p. 386-387. L'incontro con Mme Arnoux culmina nella
reciproca confessione d'amore, ma è nello stesso tempo una delusione
per lei, dal momento che vengono sorpresi proprio da Rosanette, con
cui Moreau convive, e che poi rivelerà di essere incinta.
P.
392. L'ammirazione e il tentativo di seduzione nei confronti di Mme
Dambreuse anticipa il futuro e “cerebrale” Andrea Sperelli di
D'Annunzio. In effetti F. Moreau ormai è un vero e proprio
avventuriero.
III
Parte, cap. III, verso la fine. La carriera del libertino si compie,
raggiunge l'apice e F. Moreau diviene amante di Mme Dambreuse, che
favorisce la sua ascesa sociale e politica, ma naturalmente non cessa
di essere contemporaneamente l'amante di Rosanette. E' il trionfo di
don Giovanni.
P.
405. Alla morte quasi improvvisa di M. Dambreuse, riceve la proposta
di matrimonio da parte di Mme Dambreuse, erede di una colossale
fortuna. Ma il sogno non si realizza, perché Madame non riceve
l'eredità sperata. Così F. Moreau mantiene la relazione con
Rosanette dalla quale ha un figlio e con Mme Dambreuse, che si rivela
una donna noiosa e gelosa.
P.
429. Morte del bimbo avuto da Rosanette. La donna vuole fargli un
ritratto per conservarne il ricordo e perciò viene chiamato il
pittore Pellerin. Da costui apprende la rovina finanziaria di Arnoux,
che rischia la prigione e che è partito per Le Havre insieme alla
famiglia. Incurante del dolore di Rosanette Frédéric si precipita
fuori casa.
P.
435. Ottenuta da Mme Dambreuse una somma di denaro per aiutare M.
Arnoux, F. Moreau torna a casa dove trova Rosanette accanto alla
culla del bimbo morto. Ma rimane indifferente e pensa sempre a Mme
Arnoux. Impossibilitato a raggiungerla, riporta la somma a Mme
Dambreuse, la quale però ha saputo tutto, dal momento che aveva
concesso il denaro dietro la scusa di aiutare un amico in difficoltà,
cioè Dussardier.
P.
439-40. Mme Dambreuse decide di vendicarsi con la rovina finanziaria
degli Arnoux, ai quali viene imposta la vendita del mobilio di casa
dietro l'esigibilità di crediti in sua mano.
P.
445. In seguito all'atteggiamento poco rispettoso di Mme Dambreuse
nei confronti del ricordo di Mme Arnoux, Frédéric rifiuta di
sposarla e torna al paesello natale, dove sogna il vecchio e non
colto amore di Louise. L'episodio ricorda la Sylvie di Gérard
de Nerval, dove il protagonista rimpiange l'occasione perduta di un
amore campagnolo. Ma anche qui subentra la delusione e Federico
scopre che Louise si è appena sposata ( con il suo migliore amico,
Deslauriers ! ). Ritorna dunque a Parigi dove ha altre sorprese.
Decide infine di mettersi a viaggiare. Dopo lungo tempo, mentre si
trova a Parigi, riceve la visita di Mme Arnoux. E' l'ultimo incontro
con la donna amata per tutta la vita e ne riceve in compenso una
ciocca di capelli. Si tratta naturalmente di un incontro
assolutamente casto tra due anime, o meglio quasi tra un figlio e una
madre, dal momento che Mme Arnoux è molto invecchiata.
L'ultimo
capitolo termina con la comica visita a un bordello di provincia e
nel ricordare anche quest'ultima disavventura sia F. Moreau che
Deslauriers ( abbandonato da Louise ! ), i quali si sono di nuovo
messi insieme come ai vecchi tempi, suggellano la fine del romanzo
dicendo che quella era la loro più bella storia.
Lo
definirei romanzo delle coscienze, e non ancora della coscienza (
aspettando Proust ! ) e senza dubbio romanzo dell'illusione.
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