martedì 1 gennaio 2019

Ida Magli, La dittatura europea


Ida Magli, La dittatura europea, Milano, BUR, 2016



P. 24-25, TAV e ponte sullo stretto di Messina :

Allo Stato italiano è stato imposto, fornendogli straordinari contributi, di realizzare un tunnel sotto le Alpi e un ponte fra la Calabria e la Sicilia. Il tunnel sotto le Alpi dovrebbe collegare, in apparenza, Torino con Lione, la famosa Tav alla quale si oppongono da anni le popolazioni del territorio interessato. Si oppongono anche soltanto in base al buon senso in quanto si tratta di un'opera ingegneristicamente mostruosa, talmente sproporzionata allo scopo dichiarato da apparire, ed essere, folle. Né Torino né Lione, infatti, raggiungibili comodamente con tutti i mezzi di trasporto, sono l'ombelico del mondo; ma evidentemente non sappiamo quali siano i veri motivi per i quali, non Torino, ma Lione sta a cuore ai dittatori dell'Ue.
Lo scopo fondamentale, tuttavia, è appunto quello che abbiamo già visto: unificare il più possibile il territorio dell'Europa così da renderne più accettabile l'immagine di un unico Stato. L'Italia è «geopoliticamente» un'appendice scomoda di questa unione con tutte le sue montagne e tutti i suoi mari; si è trovata, perciò, una brillante soluzione attribuendole la funzione di «corridoio» dell'Europa e per l'Europa, aperto al resto del mondo. A questa stessa funzione risponde il progetto di un ponte che «unifichi» il continente con la Sicilia, la quale diventerà in questo modo l'avamposto per il futuro collegamento con l'Africa. Il ponte sullo Stretto di Messina è costato già, soltanto come progetto, somme spropositate; ma la cosa più drammatica è che si tratta di un'opera ingegneristica mostruosa, carica di rischi e priva di senso in rapporto al minuscolo traffico da e per la Sicilia, per non parlare poi dell'impatto sull'immagine paesaggistica, talmente rappresentata e cantata, da Ulisse in poi durante i suoi lunghissimi secoli di civiltà, da essere diventata simbolo dell'Italia stessa.
Quale fascino potrà mai avere la Sicilia il giorno in cui non fosse più «pensabile» come «isola»? In che modo potranno essere comprese le asprezze del carattere siciliano, i silenzi dei personaggi di Verga, le riflessioni sulla realtà del proprio esistere dei drammi di Pirandello? Non conosciamo termini adeguati a definire una violenza distruttiva di questo genere, ma quale sia la volontà di cui è espressione lo sappiamo benissimo: cancellare la forza dell'Italia, eliminarla concretamente e simbolicamente.

P. 28, il modello “omogeneizzazione” :

Diventerà presto evidente per coloro che mi stanno leggendo, così come è diventato evidente per me, che il modello «omogeneizzazione» (dei popoli, dei costumi, delle leggi, delle classi, dei sessi) è stato perseguito con perseverante pazienza e con assoluta chiarezza, non lasciando nessuno spazio vuoto nella vita fisica, sociale, psicologica, sessuale, affettiva, politica, religiosa, artistica.

P. 32, la Chiesa cattolica diventa “ebraica” :

L'Europa, infatti, alla pari con l'America, aveva per prima cosa varato le leggi contro il razzismo, contro la xenofobia, contro l'antisemitismo; insomma contro qualsiasi affermazione avesse a che fare con il minimo sentore di «differenza». Sentivo, infine, famosi storici della religione, analogamente ai teologi di moda per non parlare dei vescovi, dei cardinali, dei papi negare quello che avevano affermato per duemila anni a proposito della «novità» del Cristianesimo, quella che infatti si era sempre chiamata la «buona novella». Adesso «spiazzavano» con disinvoltura i loro poveri fedeli riferendosi continuamente all'Antico Testamento, al «nostro comune padre Abramo», al grande legislatore Mosè. Gesù era un ebreo: punto e basta.
Il nostro comune padre Abramo? Ma quando mai i cattolici si erano rivolti al padre Abramo? C'era da scommetterci che non sapessero neanche chi fosse. Eppure adesso la Chiesa, la più alta gerarchia soprattutto, ne parlava come se si fosse trattato di cosa ovvia, naturale da sempre. Perché? Cosa potevano guadagnarci i cattolici, già tanto allergici ai racconti biblici così lontani dallo spirito dell'Occidente, da questa improvvisa pretesa di essere accomunati ai credenti dell'Antico Testamento? Non aveva già abbastanza problemi la Chiesa di fronte a quella che essa stessa chiamava la «scristianizzazione dell'Europa», per inserirvi un fattore di così grave allontanamento dal contenuto evangelico? Certo, molte di queste posizioni teologiche risalivano al Concilio Vaticano II, ma quando mai le questioni dibattute nei Concili erano state propinate con tanta solerzia ai poveri fedeli?

P.36, manipolazione delle menti e annientamento dell'individuo :

A questo punto dobbiamo fermarci a riflettere sul fatto che si tratta di persone pericolosissime perché adoperano sapere e potere contro di noi, contro tutta l'umanità, in funzione degli scopi che si sono prefissi. Attraverso il linguaggio, infatti, plasmano concetti e sentimenti, non di singoli individui ma di moltitudini, di popoli interi affinché si somiglino. Trasformano la percezione della realtà, capovolgendone il significato anche soltanto cambiando il termine con il quale si è soliti identificarla. È il sistema per abituarsi a quello che Orwell chiama il «bipensiero». Si raggiunge lo scopo con la «ripetizione» costante, onnipresente a tutti i livelli, di quel certo nome, di quel certo aggettivo, di quel certo giudizio; ed è proprio perché possono contare con sicurezza su questa trasformazione ambientale (i giornali, le trasmissioni televisive, le chiacchiere da bar, tanto quanto le scuole, le strutture sanitarie, i testi giuridici) che impostano il mezzo linguistico come uno dei loro principali strumenti. Orwell ne descrive con precisione il meccanismo nel suo 1984 che, come avrò modo di spiegare anche in altri momenti del nostro itinerario, è una guida sicura per capire ciò che sta succedendo in Europa.

P.38, condizionamento ambientale e manipolazione del pensiero. Il condizionamento è realizzato dalla tecnologia, che ha massificato le abitudini di vita e quindi anche il pensiero ( cfr. Pasolini, Scritti corsari, “ 9 dicembre 1973. Acculturazione e acculturazione “. Pasolini in genere parla di omologazione totalitaria del mondo ad opera del nuovo fascismo americano )
NB : la Magli parla sempre di un “progetto” di globalizzazione, ma io non credo che esista un vero progetto, se non a breve termine. La classe dirigente nostra e altrui è troppo miope e ignorante ( e per classe dirigente non intendo solo i politici, che si alternano al governo, ma i burocrati, i banchieri, gli industriali ecc. ).
P. 52, totale sottomissione alla “morale” europea da parte della Chiesa anglicana :

Elisabetta ha firmato e taciuto anche quando i vescovi anglicani hanno approvato l'ordinazione sacerdotale e vescovile delle persone di sesso femminile e di quelle dichiaratesi pubblicamente omosessuali, sebbene questa decisione abbia comportato un gravissimo trauma all'interno della Chiesa anglicana.

P. 57, perdita di tutti gli ideali, sostituiti dal culto del denaro e del PIL :

È lo spirito svedese, però, che appare «spento». Questo è uno degli aspetti più pericolosi dell'unificazione: la mancanza di tensione verso qualcosa d'altro, più difficile da raggiungere che non la ricchezza dei mercati, ha ridotto gli svedesi a occuparsi solo dell'habitat, del benessere, della sicurezza domestica e dei bambini. Bravissimi in questo campo come nessun altro; ma come vorremmo sentire la voce di uno Strindberg urlare il suo disappunto, la sua ira, in faccia a un'Europa che insegue soltanto il denaro. Dov'è la Svezia di Cristina, la Svezia che all'Europa chiedeva filosofia, teatro, musica, non le regole del Pil? Quella Svezia immensamente povera in confronto a quella di oggi, era però ricchissima di qualcosa che presto verrà meno, non soltanto in Svezia, ma in tutti i Paesi dell'Unione.

P. 59, lo strano atteggiamento della Chiesa :

Dall'insieme dei messaggi che provenivano dai mezzi d'informazione a dire il vero si coglieva soltanto una cosa: la volontà della Chiesa di piegarsi il più possibile alle richieste del mondo politico mondialista e multiculturalista. Cosa che comportava, fra tante altre conseguenze, anche quella piuttosto buffa (buffa almeno in Italia dove la battaglia dei cattolici contro i comunisti in certi periodi aveva raggiunto punte addirittura epiche) di vedere il clero schierato in tutto e per tutto con le sinistre.
...
Come al solito avevo seguito le due strade, quella di studio e quella concreta, per cercare di capire come mai l'unica istituzione che non aveva sicuramente nulla da guadagnare con l'unificazione europea, ma piuttosto molto da perdere, non reagisse in nessun modo, non cercasse di radunare le sue pecore per metterle al sicuro, com'era suo dovere evangelico, ma anzi esortasse in continuazione sia i nostri politici sia i cittadini ad accogliere il maggior numero di immigrati, e favorisse, con il grande potere di cui ancora gode in Italia, il benessere degli stranieri, il più delle volte a scapito di quello degli Italiani.

P. 68, NB : lingua e nazione coincidono. L'Italia ha continuato a vivere grazie alla vita della sua lingua.

Lingua e Nazione sono l'una in funzione dell'altra; non esiste l'una senza l'altra. Sotto questo aspetto l'Italia ne è una testimonianza esemplare.
La Nazione «Italia» ha potuto sussistere dal tempo di Roma fino a oggi, così come è sussistita l'arte, la musica, la letteratura, malgrado la cancellazione di ogni ricordo positivo dei Romani compiuta dal Cristianesimo, malgrado le dominazioni straniere, le invasioni, gli spezzettamenti territoriali, la privazione di ogni libertà, perché tutti i grandi Italiani hanno coltivato con inesausta passione, e mantenuto sempre vivo il discorso sulla lingua italiana.
Si può dire che non hanno mai smesso di discutere della lingua, della sua importanza, classica o romantica che fosse, perché era questo il modo migliore per garantire agli Italiani la sicurezza di esistere come popolo e come Nazione ai propri occhi e a quelli del mondo. Ma era simultaneamente anche il modo migliore per mantenere viva e mordente l'«italianità» nella coscienza degli Italiani quando non si poteva parlare dell'Italia in nessun altro modo a causa delle dominazioni straniere. Il discorso sulla lingua italiana è servito a mantenere viva l'«italianità» anche nella coscienza degli altri popoli, Inglesi, Francesi, Tedeschi, Russi, innamorati dell'Italia e che hanno anch'essi partecipato con straordinaria sensibilità ai problemi della nostra lingua, utilizzandola nelle loro opere, nella poesia come nella musica.
Si sofferma a lungo su questo aspetto della letteratura inglese, per esempio, Mario Praz nel bellissimo saggio che le ha dedicato, ma sarebbe sufficiente anche soltanto scorrere l'indice dei nomi nelle storie delle varie letterature, da quella francese a quella tedesca a quella russa, per ritrovare onnipresente, oltre ovviamente a Dante, come minimo Petrarca e addirittura l'impronta attraverso i secoli di un vero e proprio «petrarchismo».

P. 81 : confusione intellettuale della Chiesa cattolica che fa propri gli ideali dell'Illuminismo deista o ateo.

Per quanto riguarda la Carta dei diritti umani, che avrebbe dovuto rappresentare un grave problema per i cattolici in quanto frutto della Rivoluzione francese e causa principale del dissolvimento dei legami sociali, non ho mai sentito né letto neanche la più piccola critica da parte della Chiesa, che anzi vi si appella di continuo tanto da far supporre che l'abbia scambiata con il Vangelo.

P. 87, l'Europa tedesca, il cui simbolo è papa Ratzinger.
P. 92-95, sul modernismo ( il grande “peccato” del Cristianesimo : la Chiesa ).

Con la gerarchia, però, con i papi sempre al loro posto. Era questo il punto: neanche i modernisti, con la loro sete di libertà, di rinnovamento, hanno mai pensato di dover mettere in discussione il potere, ossia la gerarchia, la struttura «Chiesa». Un potere che, per quanto riguarda l'Antico Testamento, ha la sua inamovibile radice nell'affermazione della «rivelazione». Custodire la verità della Sacra Scrittura è un potere solo perché si crede che sia stata rivelata, che provenga da Dio e che perciò sia inamovibile. Nessuna libertà è possibile da parte dei credenti laddove all'origine ci sono coloro cui Dio ha affidato la sua parola. La Chiesa, come in precedenza la Sinagoga, rappresenta la struttura del loro potere.

P. 96, l'ecumenismo realizza l'ideale della Massoneria.

La questione che ci interessa in questo momento non è la filosofia massonica, sulla quale ci soffermeremo in modo più approfondito in un altro capitolo del libro, ma il fatto che, se anche accantonassimo le notizie più o meno certe sulla presenza di personaggi massonici interni alla Chiesa in generale, e al Vaticano in particolare, e ci limitassimo a mettere al loro posto le tessere del puzzle che stiamo tentando di delineare, finiremmo inevitabilmente con l'accorgerci che combaciano. L'ecumenismo è il nome ecclesiastico della mondializzazione; l'integrazione delle religioni è già a buon punto e rappresenta addirittura una delle «virtù» dell'Ue, dichiaratamente in vista di quella che, come tutti i capi affermano ogni giorno, è la «inevitabile» globalizzazione. Infine, se si lasciano sbiadire il più possibile le differenze fra Cristianesimo, Ebraismo e Islamismo, rimane in vigore un comune Dio creatore che può benissimo portare il nome massonico di «Architetto».

P. 97, la ribellione di Gesù nei confronti dello spirito ebraico :

Non si può, dunque, trovare Gesù cercandolo all'indietro, nell'Antico Testamento, in una più accurata interpretazione dei testi, perché Gesù si è ribellato allo spirito ebraico. La sua libertà, il fascino della sua libertà che, malgrado le cortine di ferro che gli sono state fabbricate intorno, ancora travolge chiunque legga i Vangeli, conquistando anche gli intellettuali più severi nei confronti del Cristianesimo, da Renan a Nietzsche a Oscar Wilde, nasce dal suo rifiuto del sistema di potere del Sacro. Le preghiere non servono, i rituali non servono, i sacrifici non servono, i templi non servono, i sacerdoti non servono...

P. 110, volontà dei politici di distruzione dell'identità europea e delle nazioni europee :

Se non si parlava, se non si discuteva, se nessuno reagiva in nessun modo, neanche di fronte alle normative europee più autoritarie e lesive della libertà e della democrazia, questo succedeva perché così era stato deciso. I responsabili politici sapevano; sapevano che le forze, le energie vitali, creative, della civiltà europea sarebbero state annientate. Favorivano, anzi provocavano, l'invasione di immigrati perché questo era un fattore che accelerava al massimo il processo di decomposizione dell'unità culturale oltre che fisica dei popoli, tenuti accuratamente all'oscuro delle mete che si volevano raggiungere affinché non potessero opporre neanche la più piccola resistenza.

P. 116, eliminazione della Nazione, eliminazione del nucleo familiare.
P. 124, è incredibile come fior di intellettuali abbiano collaborato alla fine dell'Europa.
P. 134, il 1922, anno di Paneuropa e della Marcia su Roma.
P.135, il vero interesse dell'unificazione europea è del capitalismo internazionale.
P. 136-137, gli interessi finanziari alla base dell'unificazione europea :

Tutte queste istituzioni non avrebbero potuto vivere e agire se non fossero state alimentate dalle larghissime sovvenzioni elargite dai banchieri, i quali sono pertanto i veri motori del loro potere e della loro attività politica. È evidente che il mondialismo coincide con la massima possibilità di scambio commerciale e di conseguenza con l'accumulo di capitali. In un certo senso nasce da qui, dall'interesse primario dei grandi industriali e dei grandi banchieri all'allargamento massimo della piazza del mercato, la spinta più forte all'Unione Europea e a quella mondiale. Ma è proprio il fatto di dover o voler nascondere questa verità, ossia che l'interesse mercantile ha preso il sopravvento su tutte le altre motivazioni, che dà luogo, almeno in parte, a quell'accumulo di reticenze, di «segretezze», di finzioni, di vere e proprie truffe nei confronti dei popoli, che si sono dipanate con sempre maggiore frequenza dagli anni del secondo dopoguerra fino a oggi.

P. 142-143, le monarchie europee principali azioniste delle Banche, loro tradimento nei confronti dei popoli :

I re e le regine «tacciono», abbiamo detto, e fanno credere di non possedere nessun potere. La realtà, invece è diversa. Essi governano il loro Stato ufficialmente firmando tutti gli atti parlamentari, ma lo governano anche in modo invisibile attraverso le varie società che controllano gli avvenimenti del mondo e di cui essi sono una delle parti più importanti. Tutti membri della massoneria, addirittura attraverso le successioni dinastiche, godono di un grande potere e, in quanto membri della massoneria, partecipano anche a quasi tutte le altre potentissime associazioni che ne formano i numerosissimi rami.

P. 149, il tradimento di Prodi e Ciampi :

Il 2 maggio 1998 alcune delle famiglie europee più importanti del mondo politico e di quello degli affari tenevano pronto lo champagne da stappare per lo storico momento in cui da Bruxelles i corrispondenti televisivi di tutti gli Stati d'Europa avrebbero annunciato la nascita dell'Unione Monetaria Europea. Ma soprattutto la nascita dell'unico vero sistema di governo e di potere su tutti i cittadini d'Europa: la Banca centrale europea (Bce). In Italia si aspettava l'apparizione in televisione di un soddisfattissimo Prodi che, con il calice in mano, doveva festeggiare, insieme a Carlo Azeglio Ciampi, suo principale complice nella gigantesca svendita dei beni e del denaro degli italiani offerti in sacrificio alla nuova divinità «Europa», l'avvenuto tradimento.

P. 151,ce n'è per tutti : Ciampi, Monti, Emma Bonino ecc.

Ciampi è stato infatti premiato dal Bilderberg e dalle altre potentissime società di cui è membro, con il massimo della carriera: è diventato quell'incredibile presidente della Repubblica Italiana, grottescamente finto innamorato della patria e dedito al culto di se stesso nelle vesti di capo dello Stato, che abbiamo visto pretendere «ghedaffiane» parate militari in costumi storici. Mario Monti, invece, anch'egli membro dei due club mondialisti più potenti, il Bilderberg e la Commissione trilaterale, è stato premiato, in maniera forse meno vistosa agli occhi del pubblico ma più significativa dal punto di vista del potere, in quanto è stato immesso nel Consiglio della Banca centrale europea. Se si pensa che era stato costretto a dimettersi, insieme alla Commissione Santer, per «l'accertata responsabilità collegiale dei commissari nei casi di frode, cattiva gestione e nepotismo» messi in luce dal Collegio di periti nominato dal Parlamento europeo, si rimane ancora più convinti che i giudizi per i detentori del potere sono molto diversi da quelli riservati ai normali cittadini. (Aggiungo, per completezza d'informazione, che fu costretto a dimettersi anche l'altro commissario italiano, Emma Bonino, anch'essa naturalmente presente alle riunioni del Bilderberg, a causa del buco di settemila miliardi rilevato nell'Ufficio europeo per gli Aiuti umanitari d'emergenza di cui era a capo e che non abbiamo mai saputo dove siano andati a finire).

P. 164, la perversione sessuale come motore dell'uguaglianza :

L'omosessualità, pertanto, nel momento in cui afferma la propria «normalità-uguaglianza», afferma anche la propria superiorità, quella dell'assolutizzazione della potenza del pene.

P. 167, l'impero dei banchieri, il mondo della non-forma :

Purtroppo però i nostri politici, dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi, quindi con l'edificazione dell'Unione Europea, hanno creduto, sotto la spinta del Piano Marshall e del terribile odio di Churchill per tutti noi (aveva fatto tutto il possibile per distruggerci totalmente, non accettando mai un armistizio) che, per salvarci da altri totalitarismi, dovevamo a tutti i costi, non soltanto imitare l'America, ma unirci in un unico Stato, copiando gli Stati americani.
Il seguito lo conosciamo. Per imitare l'America bisognava per prima cosa non avere una storia di secoli e secoli di civiltà alle spalle. Non avere le lingue che hanno dato al mondo la più grande letteratura, la più grande poesia, il più grande teatro, la più grande filosofia. Quando sento politici anche colti e intelligenti rifugiarsi, di fronte alla molteplicità delle lingue esistenti in Europa, nel prossimo inglese-esperanto nel quale ci esprimeremo tutti, penso che Dante avrebbe creato per costoro, se avesse avuto la disgrazia di conoscerli, un apposito, atroce girone dell'Inferno.
Insomma, per somigliare all'America, diventare ricchi come l'America, dobbiamo buttare in mare tutte le nostre ricchezze e apprestarci a vivere il modello della nonforma. Gli immigrati naturalmente servono a questo scopo egregiamente. La maggioranza è musulmana, per cui il rifiuto delle immagini dettato dall'Antico Testamento l'abbiamo pronto in casa, senza bisogno di andarlo a cercare. Per giunta i nostri politici trovano che spendere montagne di soldi dei contribuenti per pagare gli artisti della non-forma sia molto chic, per cui stanno approntando orridi grattacieli e musei che sembrano montagne di cemento laddove si alzavano le morbide forme dei Brunelleschi, dei Michelangelo...
Basta. Questo è l'Impero dei banchieri. Loro sì che hanno assimilato l'anima americana: denaro, denaro, denaro; mercato, mercato, mercato. L'Era della Bruttezza è cominciata.

P. 171, la finzione democratica :

i banchieri hanno incominciato a occupare, ai massimi livelli, il posto dei politici. Si è trattato di un passo fondamentale per giungere all'assolutizzazione del potere nelle loro mani, ovviamente non eletti da nessuno e non controllati da nessuno.
È stato aggiunto in questo modo un altro pesantissimo mattone all'edificio della «finzione» democratica con la quale vengono accecati e truffati i cittadini. Di fatto, possedendo la produzione e l'accumulo del denaro, i banchieri non hanno che da distribuire nella maniera opportuna poche decine di persone nei posti vitali per avere in mano e poter tirare i fili degli avvenimenti.

P. 174-175, i banchieri-vampiri, la creazione artificiale del debito pubblico ( invenzione delle banche ) :

La questione della proprietà delle Banche centrali assume il suo profilo esatto, però, soltanto se si premette il fatto fondamentale: la Banca centrale europea, che da quando è stata istituita la moneta unica, «emette» il denaro che adoperiamo tutti nell'area euro, è anch'essa una società per azioni privata e il termine «emette» è di un'assoluta ambiguità. Che significa? Quello che noi spontaneamente penseremmo, ossia che fabbrica il denaro materialmente, nella quantità e del valore indicatogli dal nostro Stato, ossia dall'Italia attraverso il ministro dell'Economia? No, non è così; la realtà non corrisponde per nulla a ciò che a noi sembrerebbe logico e naturale. In base a un accordo assurdo con i politici dei singoli Stati sovrani, per il quale nessun cittadino è stato consultato, la Bce, come altre Banche centrali, compresa la Fed americana, si comporta come se fosse proprietaria del denaro che produce materialmente (praticamente a costo zero), che «emette» e che dà allo Stato italiano acquistando Bot o altri titoli di Stato per pari valore. A questo punto è già creditrice della somma che ha dato allo Stato; poi vende ad altre banche i Bot che ha acquistato a costo zero e incamera il ricavato. A questo ricavato è stato dato il nome di «signoraggio» (dal termine «signore» ossia colui che nei tempi passati emetteva il denaro). Si crea in questo modo il circolo perverso dello Stato che deve pagare gli interessi sui titoli che ha emesso per avere il denaro dalla Banca centrale e che sono stati comprati dai cittadini o da altri enti; è costretto, perciò, a continuare a chiedere alla Banca centrale di emettere altro denaro, aumentando a dismisura il debito pubblico. Insomma il «debito pubblico» che tanto ci angustia, per «ridurre» il quale siamo costretti a quelle misure «lacrime e sangue» (così definite dai nostri politici) che i banchieri hanno preteso sotto la minaccia del possibile fallimento degli Stati, come stava per succedere recentemente alla Grecia, è nella massima parte un «falso» debito. È la somma che «dobbiamo» ai banchieri perché sono loro a «creare», a produrre il denaro e a mettercelo a disposizione dietro pagamento di interessi, la cui entità è anch'essa fissata dai banchieri.

P. 179, non rimane che la rivoluzione :

Se fosse davvero questa la verità, allora non potremmo fare altro che assalire la Bastiglia, scatenare una nuova rivoluzione, decapitare politici e banchieri, inventare un nuovo sistema di governo, riconoscendo il totale fallimento di quello cosiddetto democratico. I Parlamenti non sono serviti a nulla, non servono a nulla.

P. 185, lo Stato che non esiste :

«Dove va la moneta senza Stato?», titolava qualche mese fa Limes, la rivista di geopolitica del professor Caracciolo. Già, dove va? E dove vanno i popoli, senza Stato? Sudditi di uno Stato che non è più uno Stato e di un finto Sovrastato? L'Italia non è più uno Stato libero e sovrano in quanto non «batte moneta» e non ha più i propri confini. L'Europa non è né uno Stato, né un Sovrastato; tutto quello che ha fatto e che fa è illegittimo, falso, e di conseguenza condannato al fallimento. Una moneta è il segno e il simbolo della sovranità. Come hanno potuto i politici consegnare la nostra sovranità a dei Signor Nessuno, ai proprietari di una banca che anch'essa porta un nome falso, il nome di uno Stato che non esiste?

P. 186, l'usura della BCE :

Naturalmente la questione della produzione e della proprietà del denaro, così come quella del debito pubblico e del potere delle Banche centrali, avrebbe dovuto esplodere nel momento in cui si è cominciato a discutere della moneta unica europea e del connesso passaggio delle funzioni delle Banche centrali dei singoli Stati aderenti all'Ue alla Banca centrale europea. Invece nulla. Nessuno ha parlato. Né Prodi, né Ciampi, gestori del passaggio e della fissazione del rapporto di cambio lira-euro, che hanno investito gli italiani con il loro entusiasmo per un'Italia finalmente tornata a dipendere da stranieri, non hanno spiegato nulla dello strano meccanismo della produzione del denaro e dell'accumulo all'infinito del cosiddetto «debito pubblico», adesso dovuto alla Bce.

P. 197, la civiltà planetaria, abolizione delle Nazioni :

La meta da raggiungere è la realizzazione di un'unica civiltà planetaria. L'itinerario da percorrere prevede: la distruzione delle identità nazionali, da perseguire attraverso la sovversione dei valori che vi si riferiscono; il controllo centralizzato di tutti i sistemi educativi, di cui l'avvio è stato dato, per quanto riguarda l'Europa, con il Trattato di Maastricht; l'eliminazione della conoscenza della storia, in quanto possibile ostacolo all'accettazione del Nuovo ordine mondiale; il controllo delle politiche interne ed estere, come già avviene in Europa con l'esame preventivo delle leggi finanziarie; un mercato unico e una moneta unica (che potrà essere il dollaro oppure un'altra del tutto nuova), in via di realizzazione attraverso le crisi finanziarie indotte e pilotate a questo scopo; una lingua unica, che è quella già in uso: l'inglese.

P. 200, forse la “verità” di cui parla l'autrice consiste nel fatto che la tecnologia e il benessere hanno inebetito e accecato tutti, dalle masse ai banchieri, per cui ci si prospetta un meccanismo di convivenza e amministrazione basato sull'utilitarismo allo stato puro e quindi sul denaro. Basta aver piena la pancia ! A questo siamo giunti. Ma c'è un mondo dove ce l'hanno vuota !

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