mercoledì 3 agosto 2011

La foresta

Tra gli alti pini ove dardeggia il sole
scendo alla valle e più lontano il mare
mi ride in fronte, mentre nell’aria intorno
canti s’effondono d’alati.
Amati luoghi ora pervasi di bionda luce,
che sugli ondeggianti allori il nume effuse
d’Apollo, vero dio dei poeti,
e lieti rende i miei giorni
nella sacra foresta, che talora l’incenso
consacra della bruma del mare.
E mentre m’avvio al ritorno il vento
m’avvolge quale mistico soffio
d’aromi colmo e di forza,
che della dura scorza trae la resina
dei tronchi antichi come un cordiale arcano.
Vano sogno non è questo echeggiante murmure,
questo coro profondo che promana
dal grembo della montagna verde
di luminosi rami,
essa è la loro voce e mi parla,
e penetra sino al mio cuore.
Ora ascolto l’ardore del flutto lontano
che s’abbatte sulla riva bramoso,
né invano s’effonde schiumante
nel furioso abbraccio.
O canti d’alati, ascoltate anche
il mio canto
e che s’innalzi insieme a voi
sino alle nuvole alte nel cielo !



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