domenica 25 dicembre 2011

Scheda di lettura Byron

Byron    Manfred   (1817)              Milano, Mursia, 1994
a cura di Stefano Gori


Act I, p. 191 e segg. Qui si nota lo stesso stato d’animo della Bronte, lo stesso stupore dell’anima di fronte al mistero dell’amore e della morte, lo stesso anelito alla definitiva liberazione. Manfred ha detto prima (v. 144) : “ Oblivion, self-oblivion ! “
Atto II, pag. 80, morale del superuomo : “ Patience and patience ! Hence – that word was made - For brutes of burthen, not for birds of prey; “ (anche se da parte del cacciatore tale trasporto viene biasimato come indice di umore malsano ).
Atto II, pag. 92 : si noti la somiglianza con certi atteggiamenti di Heathcliff ( Cime tempestose ) : “ I have gnash’d – My teeth in darkness till returning morn, - Then cursed myself till sunset; ” ( ho digrignato i denti nell’oscurità fino al ritorno del mattino, poi mi sono maledetto fino al tramonto; ).
Atto II ( pag. 108 segg.) Manfred evoca Astarte, l’anima della donna amata. A pag. 110 lo sfogo di Manfred sembra ripreso dai lamenti per la morte di Catherine del tenebroso Heathcliff. Vi sono indubbie somiglianze tra questi personaggi così come con Parsifal e Kundry nell’opera di Wagner. Kundry può essere avvicinata ad Astarte e Parsifal per la sua follia a Manfred e per l’aspetto fisico ( è bruno, è un orientale ) a Heathcliff.

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