domenica 25 dicembre 2011

Scheda di lettura W. Scott

Walter Scott               Ivanhoe   (1819)            Milano, BUR, 1952
trad. di Ugo Dèttore



Vol. I, pag. 20 : nell’introduzione lo Scott mostra scrupoli morali, come quello di non fare apparire la virtù necessariamente ricompensata sulla terra, che lo avvicinano al Manzoni ( concetto di Provvidenza ).
P. 27 : cita Horace Walpole.
P. 31 : attenzione alla fedeltà storica : “ il carattere e il costume dell’epoca devono restare inviolati … “
P. 210 ( cap. XVII ) : tecnica dell’interruzione di un’avventura per narrare quella di altri personaggi, tipica dell’Ariosto, cui infatti accenna l’autore. La stessa tecnica è usata da Manzoni nel cap. XI ( pag. 193 del commento di B. Travi, ed. Mondadori, vedi nota 43 ), laddove viene citato l’aneddoto del “caro fanciullo”.
Vol. II, pag. 277, cap. XXIV : nel castello di Front de Boeuf, Rebecca viene rinchiusa nella torre dove incontra la vecchia megera Urfrida. Notare la somiglianza di questo personaggio con la vecchia del castello dell’Innominato ne I promessi sposi.
Pag. 418 : ritratto del Gran Maestro dei Templari, Luca di Beaumanoir. La sua figura ricorda quella di fra Cristoforo. Ha una lunga barba bianca, occhi scintillanti d’energia e un volto da asceta.
Cap. XXXVII : affinità ideale tra il processo inquisitorio a Rebecca e la Storia della colonna infame del Manzoni.
P. 468, cap. XXXIX : Brian de Bois Guilbert è personaggio decisamente romantico, è insomma l’emblema del ribelle alla religione, alla morale, a qualsiasi ostacolo si opponga alla sua volontà, è un personaggio byroniano destinato all’infelicità e alla morte per essere stato respinto dall’amata Rebecca, sua vittima all’inizio ma alla fine la dea sul cui altare verrà sacrificato, un po’ come anni dopo farà Flaubert del suo Matho offerto in olocausto a Salammbo. Dice Brian a Rebecca : “ Tu ed io siamo solo i ciechi strumenti di qualche irresistibile fatalità che ci incalza, come due bei vascelli spinti dalla tempesta che cozzano l’uno contro l’altro e così periscono.”  Ricorda il Manfred di Byron di fronte ad Astarte.
Cap. XLII : nella farsa-funerale del castello di Coningsburgh primeggia il personaggio di Athelstane che è decisamente comico e “statico” come il personaggio di don Abbondio ne I promessi sposi. Da questo punto di vista e non solo Manzoni si mostra un discepolo di Walter Scott.

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