Come
un fantasma nella desolata notte
ella
divampa nella mia memoria,
il
suo viso, i suoi occhi sono fari
di
vorticosa luce, abissi ignoti
per
l'ignaro mortale, filtri
di
visioni segrete offerti nella coppa
dell'eterna
vita.
Come
un fantasma nella desolata notte
ella
mi scorge, mi guarda fissamente,
i
suoi occhi m'avvolgono in un baratro
di
luce, mi sorride e il mio cuore si scinde.
Per
la schiena del monte il vento scorre
e
freme la selva, tra le rupi risuona
l'acqua
che ferve a precipizio.
Grande
dal mare sale la luna
e
piena e luminosa guarda.
Guarda
la pianura turbata dai venti
e
sente le fronde ululare degli alberi
e
vede sull'ampio mare le creste
elevarsi
criniere di folli cavalli
in
corsa echeggianti sull'equoreo manto.
Le
stelle cadere sembrano in un dubbioso crollo
e
tremule piangono il loro disperato amore,
un
ansimo si sperde per il vasto cielo.
Ah,
il tuo sorriso mi dischiude
a
inimmaginati paradisi ove il vento
sfiora
i petali d'innumerevoli fiori,
non
una foglia cade dalle fronde fruscianti,
non
un dubbio si posa quale nero presagio.
Tu
non puoi ingannarmi, il tuo viso
è
aurora senza fine sul mare nascente,
astro
solitario e fulgido del mattino,
messaggero
di speranze divine.
Tu
non puoi ingannarmi, il tuo viso
è
puro quale fonte chiara delle montagne,
irradia
la luce celeste e sereno splendore.
Il
cuore mio ti offro, vedi, palpitante,
e
come boccio di rosa si apre con gioia
perché
giunga sino a te il suo profumo.
Cogli
i fiori del mio verde giardino
soffermati
a contemplarne le corolle,
inébriati
del mio inebriante desiderio.
Posa
il tenero piede presso la radice
della
mia pianta, cogli il suo frutto
ora
rubescente e sentirai il sapore
dolcissimo
effuso alla tua bocca.
O
voce d'echeggianti musiche,
magia
d'incanti, foresta di suoni,
selva
di selvaggia chioma, misteriosa corsa
di
murmure, o idea di dolcissima
mente,
volgiti per un attimo
e
attendi alla mia preghiera,
ascolta
la mia supplica, profferita
in
ginocchio. Dolce brama d'amore,
sei
una donna o una dea ?
Chi
mai te vide primo rimase
a
te innanzi, ma non rapito
come
alla tua voce nel suadente suono
io
scorsi il sorriso di miraggi
remoti
sognati nell'infanzia.
Il
frutto proibito sei forse
delle
Esperidi ? Tu incanti le onde
delle
maree con la dolce melodia e dorme
ad
essa il tuo bambino cinto
dalle
tue braccia, dorme in un sonno
di
pace. Silenzio lo avvolge
nell'amore
eterno, silenzio
lo
carezza nel calmo grembo.
Dove
sei ora ? Dove ti porta
l'ignoto
intrecciarsi delle vie del mondo ?
Quale
via solcasti dell'insidioso
labirinto
del tempo, per quale meta
salpasti
del tenebroso mare ?
Viso
velato dell'ombra,
labile
fluttuare di memoria,
disperata
speranza,
tu
che torni come onda marina
a
fiaccare il lido ormai sterile,
con
quale nome potrò invocarti ?
Come
potrò incontrare
il
tuo passo leggero
quasi
volo di rondine ?
Come
può resistere il debole mortale
allo
scintillio incantevole
dei
tuoi occhi ? Una parola
arcana
certo tu possiedi
più
efficace d'un farmaco,
essa
dona giovinezza immortale
o
la morte. O ammaliatrice
dei
mortali, quando la tua voce
udirò
ancora ? Quando l'avido
giorno,
di lei inattesa musica,
verrà
? Quando l'inaudito verbo
tremerà
colmo sulle labbra
di
gioiosa lacrima ?
Ah,
s'apre innanzi il vasto oceano
dei
sogni e tenebrosa e cupa
nube
s'eleva all'orizzonte.
Fra
veli franti di rubra luce
s'ode
il tuono dalle nere montagne,
s'ode
forse di minaccia un sonito,
forse
se Noto correrà
sopra
le onde ostile.
Incerto
non scorgo il destino
nell'incerto
lume,
ah,
il tramonto nei tuoi occhi
svelarmi
possa l'aurora
di
domani ! O dea nei tuoi occhi
l'anima
mia giace
e
nei tuoi respiri trema.
Come
un fantasma nella desolata notte
tu
divampi nella mia memoria
e
la bocca tua, il tuo labbro
l'arcano
schiudono
dell'eterna
vita.
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