domenica 5 aprile 2015

Thomas Carlyle, Gli eroi






Tommaso Carlyle            Gli eroi            Firenze, G. Barbèra, 1903
( Trad. e note di Maria Pezzè Pascolato )



Pagg. 9-10 : “ Noi non isfuggiamo alla difficoltà ( che cosa sia la natura ) per la nostra maggiore chiaroveggenza; ma piuttosto per la nostra maggiore leggerezza, per la sbadataggine, per la mancanza di chiaroveggenza. Egli è col non pensare, che noi cessiamo di meravigliarci.”
Pagg. 13-14. Considerazioni sull'uomo che trovano un'eco nella filosofia greca di Platone, in Sofocle, nel Raja Yoga indiano ( cfr. Coomaraswamy, Induismo e Buddismo ).
Pagg. 106-107. Pagine interessantissime sul poeta e la poesia. La poesia è “pensiero musicale“, la musica ne è l'essenza, la sua caratteristica non è la sonorità esteriore ma la musica interiore che ne rende la profondità, che crea, che comunica con l'infinito.
Pagg. 155-156 : l'idolatria è la mancanza di sincerità, la mancanza di vera fede, pura bacchettoneria. Queste pagine di Carlyle si addicono perfettamente ai nostri tempi intrisi di buonismo pietoso e di feticismo papesco.
Pagg. 173-175 : Lutero. Considerazioni sulla Chiesa cattolica, essa durerà finché non sarà superata da una nuova forma di religione.
Pag. 200 : “ L'eroe quale letterato “. Definizione dell'eroe : “ Eroe è colui che vive nell'intimo delle cose, nel vero, divino ed eterno, che sempre esiste, invisibile a' più, sotto al temporaneo ed all'insignificante : è in ciò la sua essenza; egli estrinseca, divulga questo con l'azione o con la parola, estrinsecando sé stesso. “
Pagg. 223-224, sullo scetticismo ( l'attuale condizione del mondo ).
Quella di Carlyle è una vera e propria profezia del mondo attuale. Più di così non si può cadere in basso. Siamo alla fine. E' la fine dell'eroismo e il trionfo della ciarlataneria, in ogni campo.
Pag. 226 : “ un'unica vita, breve barlume di tempo fra due eternità … “, perché dice così ? Allora l'anima è eterna.
Pag. 231. A proposito del Johnson. L'originalità consiste nella sincerità.
Pagg. 235-237. In alcune espressioni il Carlyle richiama alla mente Nietzsche, che probabilmente deve averlo letto ed ammirato. Cfr. : “ L'uomo che soffre dovrebbe veramente consumare il proprio fumo; non serve emettere fumo prima d'averlo trasformato in fuoco, - trasformazione che, pure nel senso metaforico, ogni fumo può subire ! “ So per certo che Nietzsche aveva letto Emerson, corrispondente di Carlyle.
Pag. 256 : origine divina della regalità. La mentalità idealistica di Carlyle si scontra con lo scetticismo del diciottesimo secolo soprattutto in Inghilterra ( vedi Hume e utilitaristi ). L'interpretazione moderna della storia, basata sul gioco degli opposti interessi, sullo scontro di classi ecc. viene condannata in quanto sostanzialmente limitata e falsa.
Pag. 284 : “ L'eroe quale re “. ( Su Cromwell ) “ Il mondo esiste; il mondo ha in sé alcuna verità, o non esisterebbe ! Riconoscete prima il vero; discerneremo allora il falso; né a rigore lo potremo prima d'allora. “
Pag. 294 : continua l'elogio di Cromwell. Nella seconda metà della pagina lode del silenzio. Cromwell è considerato uomo grande e privo di ambizione come di ogni pensiero meschino.
Il seguente giudizio su Napoleone è meno lusinghiero. Si sente che il Carlyle fa il patriota. Comunque è un giudizio piuttosto schematico e superficiale. Non convince. Tutto sommato dell'opera è apprezzabile la prima parte e soprattutto il discorso sulla mitologia scandinava.

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