Tommaso
Carlyle Gli eroi Firenze, G.
Barbèra, 1903
(
Trad. e note di Maria Pezzè Pascolato )
Pagg.
9-10 : “ Noi non isfuggiamo alla difficoltà ( che cosa sia la
natura ) per la nostra maggiore chiaroveggenza; ma piuttosto per la
nostra maggiore leggerezza, per la sbadataggine, per la mancanza di
chiaroveggenza. Egli è col non pensare, che noi cessiamo di
meravigliarci.”
Pagg.
13-14. Considerazioni sull'uomo che trovano un'eco nella filosofia
greca di Platone, in Sofocle, nel Raja Yoga indiano ( cfr.
Coomaraswamy, Induismo e Buddismo ).
Pagg.
106-107. Pagine interessantissime sul poeta e la poesia. La poesia è
“pensiero musicale“, la
musica ne è l'essenza, la sua caratteristica non è la sonorità
esteriore ma la musica interiore che ne rende la profondità, che
crea, che comunica con l'infinito.
Pagg.
155-156 : l'idolatria è la mancanza di sincerità, la mancanza di
vera fede, pura bacchettoneria. Queste pagine di Carlyle si addicono
perfettamente ai nostri tempi intrisi di buonismo pietoso e di
feticismo papesco.
Pagg.
173-175 : Lutero. Considerazioni sulla Chiesa cattolica, essa durerà
finché non sarà superata da una nuova forma di religione.
Pag.
200 : “ L'eroe quale letterato “. Definizione dell'eroe : “
Eroe è colui che vive nell'intimo delle cose, nel vero, divino ed
eterno, che sempre esiste, invisibile a' più, sotto al temporaneo ed
all'insignificante : è in ciò la sua essenza; egli estrinseca,
divulga questo con l'azione o con la parola, estrinsecando sé
stesso. “
Pagg.
223-224, sullo scetticismo ( l'attuale condizione del mondo ).
Quella
di Carlyle è una vera e propria profezia del mondo attuale. Più di
così non si può cadere in basso. Siamo alla fine. E' la fine
dell'eroismo e il trionfo della ciarlataneria, in ogni campo.
Pag.
226 : “ un'unica vita, breve barlume di tempo fra due eternità …
“, perché dice così ? Allora l'anima è eterna.
Pag.
231. A proposito del Johnson. L'originalità consiste nella
sincerità.
Pagg.
235-237. In alcune espressioni il Carlyle richiama alla mente
Nietzsche, che probabilmente deve averlo letto ed ammirato. Cfr. : “
L'uomo che soffre dovrebbe veramente consumare il proprio fumo;
non serve emettere fumo prima d'averlo trasformato in fuoco, -
trasformazione che, pure nel senso metaforico, ogni fumo può subire
! “ So per certo che Nietzsche aveva letto Emerson, corrispondente
di Carlyle.
Pag.
256 : origine divina della regalità. La mentalità idealistica di
Carlyle si scontra con lo scetticismo del diciottesimo secolo
soprattutto in Inghilterra ( vedi Hume e utilitaristi ).
L'interpretazione moderna della storia, basata sul gioco degli
opposti interessi, sullo scontro di classi ecc. viene condannata in
quanto sostanzialmente limitata e falsa.
Pag.
284 : “ L'eroe quale re “. ( Su Cromwell ) “ Il mondo esiste;
il mondo ha in sé alcuna verità, o non esisterebbe ! Riconoscete
prima il vero; discerneremo allora il falso; né a rigore lo potremo
prima d'allora. “
Pag.
294 : continua l'elogio di Cromwell. Nella seconda metà della pagina
lode del silenzio. Cromwell è considerato uomo grande e privo di
ambizione come di ogni pensiero meschino.
Il
seguente giudizio su Napoleone è meno lusinghiero. Si sente che il
Carlyle fa il patriota. Comunque è un giudizio piuttosto schematico
e superficiale. Non convince. Tutto sommato dell'opera è
apprezzabile la prima parte e soprattutto il discorso sulla mitologia
scandinava.
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