Un
qualunque qualunquista,
che
non era un arrivista,
se
ne stava preoccupato
a
distendere il bucato,
quando
eccoti un gabbiano
si
sgravò dal deretano,
infliggendo
gravi offese
alle
linde vesti stese.
Il
qualunque qualunquista,
che
non era animalista,
s'adirò
per tale impresa
e
si fece parte lesa.
Consultò
molti avvocati
dei
migliori ed arrabbiati,
ma
una volta in tribunale
ci
rimase proprio male.
La
difesa fu sincera :
sine
testibus non c'era
un
colpevole del fatto,
ogni
accusa era da matto.
La
sentenza fu emanata
e
la causa poi archiviata :
era
legge naturale,
dei
diritti universale,
che
quel povero uccellino
che
soffriva nel pancino,
per
fuggire tanti affanni
la
facesse sui suoi panni.
Ergo
impose al danneggiato
risarcire
l'imputato
e
aggiungendo male a male
di
pagargli anche il legale.
Il
qualunque qualunquista,
che
non era animalista,
prese
in odio ogni gabbiano
e
quel gracchio così strano.
E,
adocchiando ove a pesca
se
ne andava, mise un'esca,
piena
zeppa di veleno,
che
cadesse a ciel sereno
fulminato,
là nel cielo
sorvolando
ogni bel velo.
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