sabato 30 gennaio 2016

Appunti su Schelling.






Schelling, Sistema dell'idealismo trascendentale, Bari, Laterza, 1990
                                            ( 1800 )


Vedi pag. 288 e seguenti sul prodotto artistico e sul genio, importanza dell'attività inconscia nell'arte, tendenza irresistibile alla produzione artistica. Egli vede nel prodotto artistico il risolversi della contraddizione tra attività conscia e attività inconscia, tra libertà e necessità, tra libero operare e fato.
Pag. 290 e sgg. : definizioni di arte e genio, l'opera d'arte come risultato di arte e poesia ( arte = elemento conscio, poesia = elemento inconscio ).
Pag. 294, influsso di Winckelmann : “ calma e serena grandezza “.
Definizione di bellezza e sublimità che essenzialmente coincidono.
Pag. 295, definizione di bellezza naturale. Ne segue quel principio che troviamo abbracciato dai poeti romantici e decadenti : la natura imita l'arte, non l'arte la natura.
Pag. 301 : “ … l'arte è per il filosofo quanto vi ha di più alto, perché essa gli apre quasi il santuario, dove in eterna ed originaria unione arde come in una fiamma quello che nella natura e nella storia è separato, … “
Ciò che noi chiamiamo natura, è un poema, chiuso in caratteri misteriosi e mirabili. “
A questo proposito vedi Novalis, I discepoli di Sais, 1799. Nei passi seguenti si nota l'ispirazione vagamente platonica dello Schelling.

Vedi Marcel Brion, Pittura romantica, Bergamo, Istituto italiano d'arti grafiche,1968, pag. 215 a proposito di Otto Runge, che ebbe una corrispondenza con Schelling sull'argomento del significato simbolico – mistico dei colori.

Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, 1819
ed. Bari, Laterza, 1991.
Libro III, 36 : “ Ma qual maniera di conoscenza studia ciò che stando fuori e indipendente da ogni relazione è in verità la sola cosa essenziale del mondo, la vera sostanza dei suoi fenomeni, a nessun mutamento soggetta e quindi in ogni tempo con pari verità conosciuta – in una parola, le idee, che sono l'immediata e adeguata oggettità della cosa in sé, della volontà ? E' l'arte, l'opera del genio. Ella riproduce le eterne idee afferrate mediante pura contemplazione, l'essenziale e il permanente in tutti i fenomeni del mondo; ed a seconda della materia in cui riproduce, è arte plastica, poesia o musica. Sua unica origine è la conoscenza delle idee; suo unico fine la comunicazione di questa conoscenza. “
Vol. II, pag. 282 : “ Se ci veniamo a smarrire nel considerar l'infinita grandezza del mondo nello spazio e nel tempo, ripensando ai secoli passati ed ai futuri – o anche, se il cielo notturno veracemente pone davanti al nostro occhio innumerabili mondi - , vediamo noi stessi ridotti a un nulla, ci sentiamo, in quanto individui, in quanto corpi animati, in quanto effimere manifestazioni di volontà, come una goccia nell'oceano svanire, scioglierci nel nulla. Ma in pari tempo, contro codesto fantasma della nostra propria nullità, contro codesta menzognera impossibilità si leva l'immediata conscienza, che tutti quei mondi solamente nella nostra rappresentazione esistono, solamente quali modificazioni dell'eterno soggetto del puro conoscere – soggetto che riconosciamo in noi stessi non appena dimentichiamo l'individualità, e che è il necessario sostegno, la condizione di tutti i mondi e di tutti i tempi. La grandezza del mondo, che prima c'inquietava, sta ora in noi : la nostra dipendenza da lei viene soppressa mediante la sua dipendenza da noi. Ma tutto ciò non si presenta subito alla riflessione; invece, si mostra come la coscienza appena sentita d'essere, in un senso qualsivoglia ( il quale dalla filosofia sarà chiarito ), tutt'uno col mondo, e quindi nella sua smisurata grandezza non già schiacciati, bensì innalzati. E' la conscienza sentita di ciò, che le Upanishad dei Veda esprimono ripetute volte in così vari modi, specialmente nella già citata sentenza : “ Hae omnes creaturae in totum ego sum, et praeter me aliud ens non est “ ( Oupnek'hat, vol. I, p. 122 ). E' innalzamento sul proprio individuo, sentimento del sublime. “







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