Un amico disperso,
uno
spirito lontano,
mi
chiama da oscuri paesi,
mi
chiama da distanze remote
e
la voce mi parla al cuore,
con
dolce tono fraterno.
Come
raggi di sole nell'inverno
toccano
il volto attonito
che
guarda immoto
verso
occidente e cerca
il
ricordo del suo tempo.
Aliano
liberi i gabbiani
sopra
le ombre delle nubi
e
i sussurri dei venti
e
il mare incanutito appena
si
placa al largo e s'indora.
Serena
e pura è l'aria,
un'aurora
pare la voce :
“ non
dimenticare,
non
dimenticare “.
Sotto
la coltre grigia del cielo,
nella
pioggia del triste tempo
rimembri
il lento gocciare
degli
anni che più non tornano ?
Dov'è
il tuo io ? Sotto quale albero
ti
attende ? Lungo il sentiero,
sconnesso
il selciato, avanza a fatica
il
tuo passo, a tratti scivola.
Respira.
Pulsa al lido l'onda
e
la luce gioca con la sua chioma.
Sogna.
Un'isola lontana
folgora
di luce all'orizzonte
e
un canto plana sulle correnti alate.
Una
voce, sussurrando, risponde :
“ Non
dimenticare “.
Tutto
torna in un attimo,
un
attimo è l'eterno.
Guarda
le nubi e i castelli che si formano
e
le città mutevoli dei tempi futuri,
tutto
è ora e si ripete.
Batte
sul lido il cuore della terra
come
il tuo e in alto si librano stormi.
Alata
speranza, la vela s'apre nel vento
e
il tuo sguardo s'immerge verso abbaglianti confini,
infinite
albe e tramonti d'oro.
Solca
l'interminato oceano spumoso e nero come il vino !
La
vita è un sogno breve,
il
sogno silente si piega su di te e t'ascolta,
mentre
tu ti confidi e in lui ti perdi.
Breve
la grigiorosea nube di gioventù t'avvolse,
ti
colse tardi l'aspro rimorso
e
il corso così lieve dei giorni
pallidi.
Come fuori della nera notte
nel
soffio sanguineo opaco ancora
scorge
il nauta lo sconfinato mare,
così
io scorgo ancora la sconfinata
distesa
dei giorni. E alle porte dell'Ade
io
forse canterò la mia esultanza ?
Come
le onde senza fine del mare
l'animo
mio correrà negli abissi del cielo
sosterà
fra le nebule e i bagliori delle comete,
in
altri mondi sorgendo, come un astro
che
placa la sua sete negli oceani.
Sarò
il raggio del sole del mattino
canterò
nel fulgore dell'alba,
scorgerò
i gabbiani in volo sotto di me !
Più
alto e più in basso degli spazi,
al
di là di ogni tempo,
restituito
all'origine,
al
bagliore degli astri,
alla
profondità del mare,
sarò
all'infinito Nulla,
all'infinito
Tutto.
La
sera col suo manto di porpora
verrà,
tremenda e inesorabile,
a
te radiosa linfa tingerà gli occhi della notte,
ti
condurrà alle roche umide arene
dove
stanco il flutto si getta.
Ricordati
allora della voce lontana
dell'amico
disperso, ascoltala
mentre
il sussurro ti sale al cuore.
Non
dimenticare il sogno della vita.
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