Gérard de Nerval,
La regina di Saba, (1851), Milano, Adelphi, 2013
P. 26-27, ironia
nell'incontro tra Solimano e Balkis ( la regina di Saba ), si sente
l'influsso di Voltaire.
P. 31-32, che
differenza rispetto all'Anello di Salomone (1883) di A. G.
Barrili ! Qui l'autore introduce una schermaglia salottiera tra
Solimano ( Salomone ) e la regina di Saba degna della nobiltà
settecentesca di Francia, in cui il re diviene oggetto dell'ironia
galante e implacabile della giovane regina straniera.
P. 40-41, la trovata
del baldacchino di uccelli è degna della fantasia di un Beckford o
del sogno di un Flaubert a Cartagine. NB, vedi Marcel Schwob, Vies
imaginaires, 1896.
P. 83, discesa nel
centro della terra dove vive la stirpe di Caino, che, al dominio
divino sottratta, può godere dell'Albero della Scienza. L'episodio
ricorda vagamente il Vathek di W. Beckford.
P. 107, Adoniram,
della stirpe dei genii del fuoco, è l'uomo superiore, il superuomo
romantico. Come tale viene descritto dalla regina di Saba e dalle sue
ancelle.
P. 116 e seg.
Adoniram rivela la sua origine di figlio del fuoco alla regina di
Saba, la quale, essendo della stessa stirpe, scopre di amarlo. I due
si promettono reciproco amore e la regina Balkis, che dovrebbe
sposare Solimano, continua ad addurre pretesti per ritardare il
matrimonio.
P. 146, ecco il
famoso anello di Salomone, da cui il titolo del romanzo di Anton
Giulio Barrili.
( NB : Salomon,
melodramma di Haendel ).
NB : lieve enfasi
nello stile che nell'Anello di Salomone di Barrili è molto
più evidente.
Nel saggio di
Giovanni Mariotti si precisa che il racconto fu destinato da Nerval
alla pubblicazione nel 1853 sul “Pays” con il titolo di “La
reine de Saba“.
P. 185, importanza
delle leggende e dei rituali massonici circa la figura di Adoniram.
P. 190, anche “la
morte di Dio“ è un motivo romantico e decadente ( Jean Paul –
Nietzsche ).
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